Una statua a Margherita Hack, la prima in Italia dedicata ad una scienziata

Il 13 giugno a Milano,  è stata inaugurata la statua in bronzo dedicata alla astrofisica Margherita Hack, intitolata “Lo sguardo fisico”. Un tributo ai meriti scientifici della grande scienziata nel centenario della sua nascita avvenuta il 12 giugno 1922, ma anche la prima statua in Italia dedicata ad una donna di scienza. Un passo in avanti nella parità di genere. Erigere una statua,  come celebrazione laica  della vita e delle opere di persone straordinarie che si sono contraddistinte in ambito scientifico era, fino ad oggi, un tributo riservato agli uomini. In una visione esclusivistica del potere maschile nella società, in una tendenza a difendere la scienza come ambito prettamente riservato agli uomini, le donne, in questa forma di ricordo celebrativo, sono state semplicemente ignorate.

“Il cielo è sempre stato un libro aperto” recita la targa posta vicino alla statua della scienziata, in largo Richini, nei giardini di fronte all’Università Statale di Milano. Laureata nel 1945 con una tesi in astrofisica, dal 1948 a 1951 insegna astronomia a Firenze, in qualità di assistente.  Negli anni successivi inizia a collaborare con Università straniere, porta avanti una straordinaria opera di divulgazione scientifica e nel 1964, ottenuta la cattedra di astronomia all’Università di Trieste, assumerà la Direzione dell’Osservatorio Astronomico. E’ la prima volta che tale ruolo viene affidato ad una scienziata. La sua carriera è formalmente terminata nel 1992 per limiti di età, ma la professoressa Hack ha continuato i suoi studi e soprattutto ha continuato l’intensa opera divulgativa.

“E’ così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sulle nostre teste” diceva Margherita Hack in un’intervista.

La scultura, realizzata dall’artista Sissi, restituisce l’essenza di questa grande donna di scienza, con il corpo che sembra uscire dalle viscere delle terra mentre le braccia tendono verso l’alto, con  le mani strette ad un immaginario cannocchiale puntato verso le stelle.

di Nicoletta Iommi

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