Le sanzioni danneggiano l’Italia è l’Europa

Vince il gas di Putin. Le sanzioni che dovevano mettere in crisi la Russia stanno spegnendo l’Europa. Putin con i rubinetti del suo gas può mettere in ginocchio l’economia europea. Allora ecco il colpo si genio, sanzioni a “geometria variabile” contro la Russia, per evitare la chiusura dei rubinetti ed evitare di aggravare una situazione economica già sull’orlo del collasso. Il Canada sospende le sanzioni e invia le turbine per riparare il gasdotto russo. La Germania ringrazia il Canada. Intanto il caro energia sta producendo nuove povertà. Sarà un inverno duro per milioni di pensionati, di precari, di donne lavoratrici madri, di disoccupati e cassintegrati. Il caro bollette si abbatterà come una tormenta negli appartamenti popolari, dove accendere il riscaldamento sarà un lusso riservato a pochi. Le famiglie torneranno al freddo del dopoguerra quando le case degli operai non avevano i termosifoni.

Si prospettano tempi duri. Lo sapevamo. Ma lo sapevano pure “loro”, i vari leader che forse non dicono tutta la verità ai cittadini. Scrive Pietro Orteca su RemoContro. La Russia continua a tagliare selvaggiamente i rifornimenti di gas all’Europa. Aggravando una situazione già sull’orlo del collasso. Com’era annunciato, la Gazprom ha chiuso i rubinetti del Nord Stream 1, per manutenzione. Una scusa per colpire l’economia europea. Prima di tutto la Germania, principale vittima predestinata.

Il Financial Times, ha pubblicato un bollettino di guerra: blocco delle esportazioni di gas verso la Germania. Riduzione di 1/3 (21 milioni di metri cubi) della già ultraridotta quantità destinata all’Italia. Tutte le soluzioni prospettate hanno bisogno di tempo. Ma tempo non lo abbiamo. Costruire nuovi gasdotti. Navi cisterna. Rigassificatori. Infrastrutture. Tutto molto lontano. Mentre l’inverso si avvicina. Mentre l’industria necessita tutti i giorni di gas per produrre. Mentre le case di milioni di italiani e europei necessitano tutti i giorni di milioni di metri cubi di gas. Insomma per parlare chiaro, se Putin stacca la spina e chiude il rubinetto, procure molto guai all’economia europea e maggiormente a quella italiana. Ma le disgrazie non vengono mai sole, il rialzo delle tariffe elettriche si ripercuoterà, con effetto domino, su tutti i beni di consumo. I prezzi si alzeranno a dismisura e l’inflazione prenderà il volo in misura maggiore di quella che già ci affligge. La Bce dovrà alzare i tassi e la stretta monetaria restringerà gli investimenti.

Aumenterà una sola cosa, scrive Orteca, la disoccupazione. Uno scenario da brivido. Il prezzo del gas è arrivato a 170 euro per megawattora. Un livello sproporzionato, la cui variazione dipenderà dalle scelte del Cremlino, cioè da Putin il “macellaio” così definito dai nostri leader politici. La Gazprom ha detto che riprenderà le forniture appena avrà le turbine. Così il Canada con una eccezione alle sanzioni invierà le turbine alla Germania che con un’altra eccezione alle sanzioni le invierà alla Russia. Sanzioni a geometria variabile. A seconda delle convenienze. Si ma delle convenienze della Germania. In Italia intanto paghiamo il gas uno sproposito perché, noi, non facciamo eccezioni alle sanzioni.

Il ministro tedesco della energia ha detto che se l’esportazione del gas russo non dovesse riprendere entro il 21 luglio, la situazione per la Germania diventerebbe molto brutta. Il governo italiano sta preparando misure di razionamento, ciò vuol dire, tradotto in parole povere, che i ricchi continueranno ad avere tutto il gas che gli serve, mentre i più poveri accenderanno i riscaldamenti poche ore al giorno, tornando agli inverni rigidi del dopoguerra. Si, perché raziona,e to significa questo. I ricchi possono pagare quindi possono comprare, sia il caldo che il freddo. Il popolo, cioè i disoccupati e i pensionati, dovranno risparmiare energia sulla loro pelle. Sulla loro vita. Resta il fatto che le sanzioni per la guerra in Ucraina, che avrebbe dovuto essere “di logoramento” per la Russia, come ipotizzata dagli strateghi americani, stanno finendo per danneggiare, in modo irreparabile, l’Europa e in primis l’Italia.

di Claudio Caldarelli

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