A pensar male è peccato…

Il presidente statunitense fa la sua dichiarazione di guerra totale all’inquinamento. Obiettivi importanti: dimezzare le emissioni nocive alla fine del corrente decennio rispetto al 2005.

«Abbiamo l’opportunità di creare posti di lavoro ben retribuiti, equità ed accesso sostenibile all’energia», gli ha fatto eco prontamente il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Milioni di posti di lavoro, benessere…

Ha bandito la sua crociata e subito si apre la corsa alle dichiarazioni di intenti da parte di tutti i leader mondiali. Sembra una gara dove ognuno vuole apparire il migliore.

Dalle dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping: «La Cina sarà a emissioni zero entro il 2060», a quelle del premier britannico Boris Johnson che impegna il Regno Unito a tagliare le emissioni di biossido di carbonio del 78% entro il 2035, anticipando l’obiettivo di 15 anni, e lo qualifica come il più ambizioso al mondo, passando per le dichiarazioni dei premier canadese, francese…

Tutti rispondono all’appello.
Grandi dichiarazioni di intenti, ingenti finanziamenti promessi per diffondere il benessere. Stanno cercando consenso, a quello servono le promesse che sanno già di non poter/voler mantenere: a creare illusioni tra chi ne ha bisogno per continuare a sperare.
La realtà che si vuole occultare è ben diversa.

Nello stesso momento in cui arrivano le roboanti promesse, la commissione europea in una nota del febbraio 2022 richiama gli altri paesi industrializzati a rispettare gli impegni economici assunti e stanziare i 100 miliardi di dollari previsti.

A fronte di questa manciata di miliardi, che i potenti della terra promettono di stanziare, i soli Stati Uniti mettono a disposizione in un colpo solo 33 miliardi di dollari (28 miliardi di euro) per la guerra in Ucraina. Contestualmente I paesi della NATO hanno preso l’impegno di “investire” in spese militari il 2% del PIL. Per la sola Italia, che nello stesso tempo taglia i fondi per istruzione, sanità, lotta al COVID, si tratterà di 30 miliardi di euro, 90 per la Germania.

A quanto ammonterà lo stanziamento complessivo?

Intanto in termini assoluti, nel 2020 nel mondo si sono spesi 19 mila miliardi di dollari (pari a circa 17 mila miliardi di euro) per preparare la guerra. I paesi della Nato da soli valgono 10,9 mila miliardi di dollari e, di questi, 766 miliardi sono riconducibili agli Stati Uniti ( SIPRI Military Expenditure Database). Il PIL italiano nel 2020 è stato di 1,886 mila miliardi di dollari. I paesi Nato hanno speso una cifra equivalente a 5,7 volte il PIL italiano.

Ed è avvenuto. Sono fatti, non dichiarazioni di intenti.

Una montagna di miliardi, difficili anche da scrivere e pensare, che serviranno a preparare la guerra, studiare e realizzare nuovi strumenti di distruzione. Verosimilmente possiamo pensare che le fabbriche coinvolte in questa folle corsa agli armamenti siano anch’esse inquinanti, senza contare il risultato dell’impiego dei loro prodotti: inquinamento, distruzione, morte. Ed è ciò che vediamo in questa “terza guerra mondiale a pezzi” che stiamo subendo, e uno di quei “pezzi”, l’Ucraina, molto vicino.

Per questo manipolano, per questo mobilitano la macchina del consenso.

Ecco allora che i mezzi di comunicazione fanno notare gli impegni pseudo ambientalisti, e cercano di far passare sotto silenzio che in realtà si tratterebbe (condizionale d’obbligo, perché non ancora erogati) di una diga molto debole, un esile argine di 100 miliardi di dollari, per contenere l’oceano dei 19.000 miliardi di dollari spesi, per le guerre. Diffondono come buona notizia che il prezzo del carburante continua a scendere, ma tutti sappiamo che la continua discesa ha ridotto, se così si può dire, il prezzo di 20 centesimi/litro in quattro mesi, mentre l’aumento è stato di 80 centesimi, in due giorni, ma rimangono gli aumenti dei prezzi di tutti i prodotti di consumo determinati dall’aumento del carburante.

La pubblicità ossessiva di auto a combustione sempre più potenti e costose che inquineranno maggiormente; auto elettriche che, anche se alimentate con energia pulita, avranno un impatto ambientale complessivo pesante; nuovi smartphone per costruire i quali stiamo depredando delle loro risorse i paesi poveri.

Un tempo si chiamava propaganda, l’hanno usata i totalitarismi, in generale il potere, con l’intento di plasmare le coscienze, manipolare le menti e dirigere il comportamento delle persone conformemente ai loro scopi.

A questo scopo, oggi, chi gestisce il potere, usa la propaganda.

Per convincerci che è giusto spendere, per affrontare l’inquinamento, un duecentesimo di quanto spende per inquinare, confronto impari; l’economia tiene conto soltanto dei bilanci: che non siano in rosso; il potere politico ad ampliare i confini della propria zona di competenza, il resto non ha importanza.

Questo il vero scopo che vogliono far passare inosservato. Questo vogliono i tanti politici che professano la ricerca della pace, ma prepara la guerra e usa le armi per imporre il proprio dominio.

di Corrado Venti

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