Omicidi in mare

Quattro bambini e tre donne sono morti si sete e di stenti in mare. Nessuno le ha soccorsi. Eppure tutti, compreso le autorità italiane, sapevano. Alarm Phone aveva allertato, con la richiesta di soccorso tutte le capitanerie del Mediterraneo. Sono stati lasciati morire di sete. Quattro bambine e tre donne.

Quattro bambine e tre donne sono state uccise, non solo dalla sete e dalla fame, ma dalla indifferenza degli indifferenti, cioè l’Italia e l’Europa. E se sono stati uccisi dalla indifferenza, possiamo chiamarli “omicidi in mare” e ne conosciamo i colpevoli.

Due dei bambini avevano meno di due anni, una neonata di tre mesi morta, o fatta morire, dagli indifferenti, su una seconda barca.

Siamo in campagna elettorale, la Meloni, futura leader del nuovo governo, invoca il blocco navale, che causerà altri “omicidi in mare”. Ma la Meloni non fa parte del governo Draghi. Di questo governo, che aveva in dovere di intervenire, di evitare che quattro bambine e tre donne morissero di sete e di fame, cioè di essere le vittime di questi ennesimi “omicidi in mare”. Ma visto che siamo in campagna elettorale e ci chiedono il voto utile, è doveroso ricordare che il PD di Letta e il M5Stelle di Conte sono parte integrante del governo dei “migliori”, cioè del governo Draghi. Loro, il PD e il M5S avevano il dovere di imporre al governo di inviare una nave in soccorso, senza adirare scuse di territorialità delle acque. La legge del mare, i valori etici e morali, sono più forti delle scusanti e degli alibi che si sono creati. Eppure, Loro, il Pd e il M5S, che sono parte del governo Draghi, attaccano la Meloni che propone il blocco navale. Intanto che aspettiamo la Meloni al governo, Loro ci sono già e il blocco navale camuffato già lo applicano. E i risultati si vedono, negli “omicidi in mare”. Si sentono nelle nel pianto disperato delle bambine morte di sete e fame. Si sentono le le urla delle madri, che sui barconi vedono le loro figlie “uccise” dalla indifferenza dei partiti(PD e M5S)  che invocano il voto utile, per poi lasciarle morire di stenti, alla deriva da giorni e giorni.

Quattro bambine e tre donne, vittime degli “omicidi in mare”, nessuno di loro aveva conosciuto la Pace. Figlie della guerra e dei campi profughi siriani. Famiglie senza ormai alcuna speranza di poter lasciare una tenda per tornare a casa. Con la rotta balcanica sorvegliata dalle recinzioni ( costruite con i soldi europei) dai manganelli e dai cani rabbiosi delle polizie di frontiera, molte famiglie tentano la rotta del mare. Tentano una via dove non ci sono recinzioni o manganelli, ma blocchi navali futuri e blocchi navali attuali che tengono ancorate le navi di soccorso ai porti. Non far partire le navi per soccorrere, è di fatto un blocco navale. Ma, gli indifferenti a questi “omicidi in mare” parlano solo del blocco invocato dalla Meloni, così possono sciare il dibattito sulle loro responsabilità dei morti in mare di questi giorni. Così, in questa atroce indifferenza si consumano le tragedie, le più inumane, con il silenzio dei mezzi di informazione, che trasmettono dibattiti su cosa faranno dopo, senza dire cosa faranno oggi per soccorrere le altre quattro imbarcazioni che da giorni attendono un porto dove attraccare. Allora si capisce che il blocco navale che invoca la Meloni e lo stesso blocco che attuano gli altri, attualmente al governo con Draghi.

E sono morti così sette “rifugiati” siriani, tra cui quattro bambine a bordo di due diverse imbarcazioni. Una è giunta a Pozzallo, in Sicilia. L’altra è ancora alla deriva e nessuno la soccorre, (di fatto c’è già un blocco navale).

“Sono morti di sete, fame e gravi ustioni. Questo è disumano…” ha scritto Chiara Cardoletti rappresentante dell’Alto Commissariato Onu  per i rifugiati.

L’agenzia delle Nazioni Unite, ha dichiarato che quest’anno sono morte in mare più di 1.200 persone, e tuttavia ancora una volta nessuno pagherà per la deliberata omissione di soccorso  che di fatto trasforma queste morti in “omicidi in mare”.

Nei giorni scorsi si era saputo di Loujin Ahmed Nasif, bimba di quattro anni, morta nel Canale di Sicilia nonostante i ripetuti appelli di Alarm Phone. La piccola Loujin è morta tra le braccia della madre, su un barcone alla deriva, partito dalle coste del Libano, chiedendo di bere. Aveva sete, la piccola Loujin, da giorni, aveva sete, le labbra screpolate, la pelle ustionata. Ma nessuna nave è andata a soccorrerla. Lei, la piccola Loujin chiedeva acqua alla madre, che la guardava, gli,accarezzava i capelli, ma non aveva acqua. L’unica acqua per lei, per la piccola Loujin di quattro anni, l’avevano a bordo delle navi italiane, ancorate nei porti, che però non sono partite per soccorrerla. Lei, la piccola Loujin è morta di sete, tra le braccia della madre, mentre aspettava una nave di soccorso che non è mai partita. Ma a noi fa paura il blocco navale della Meloni. Quanta ipocrisia in questa campagna elettorale. Quanta crudeltà. Quanti “omicidi in mare” rimarranno ancora impuniti…

…. e sulle onde del mare una vocina, flebile, impastata, chiede “mamma ho sete”…

di Claudio Caldarelli

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