Premio Nobel per la Pace nel giorno del compleanno di Putin

Il 7 ottobre 2022 il comitato del Premio Nobel ha assegnato il Nobel per la Pace facendolo entrare a gamba tesa nella guerra. Nel giorno del compleanno del Presidente russo Vladimir Putin il premio è arrivato in Russia, Bielorussia e Ucraina. I vincitori ex-equo sono infatti  l’organizzazione ucraina per i diritti civili “Center for Civil Liberties”, l’organizzazione russa “Memorial”  e l’attivista Bielorusso Ales Bialiatsky.

Il Comitato ha annunciato che il premio è stato assegnato “per l’impegno in difesa dei diritti umani e del diritto di criticare il potere, di difesa dei diritti dei cittadini, per i diritti dei cittadini contro gli abusi di potere, per aver documentato crimini di guerra”.

“Memorial”, a sua volta fondata tra gli altri dal Premio Nobel per la Pace Sacharov e impegnata da decenni nella documentazione dei prigionieri politici, era stata chiusa nel dicembre del 2021 perché considerata “agente straniero” in grado di creare un immagine falsata della Russia. Secondo quanto riferiscono le agenzie, dopo l’assegnazione del Nobel, un Tribunale ha dichiarato “proprietà dello Stato” gli uffici della ong.

L’organizzazione ucraina premiata si occupa di mantenere la memoria e di documentare le persecuzione politiche in Crimea e i massacri dei civili e gli stupri etnici nell’attuale conflitto.

L’attivista Bialiatsky, come si legge nel comunicato, “ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese d’origine nonostante le autorità governative abbiano ripetutamente cercato di metterlo a tacere”.

Un Premio Nobel condiviso e che ha raccolto un plauso unanime. “Rappresentano  bene quelle parti di società civile dei loro paesi che non accettano la logica della guerra. Il loro lavoro per i diritti umani, primo fra tutti il diritto alla pace è la base su cui costruire oggi il comune futuro di convivenza in un’area che sta vivendo l’incubo nucleare”, scrive  il Movimento nonviolento sulla rivista  “ Azione non violenta” fondata da Aldo Capitini.

Un premio per la Pace che arriva nei territori dove sono arrivate le armi, dove incombe la minaccia di una guerra nucleare, dove gli ordigni sono pronti, dove le bombe sono esplose, dove la popolazione continua ad essere massacrata  non può non indurre ad interrogarsi sulle responsabilità politiche dei leader mondiali. L’aumento non contenuto delle spese militari e della vendita di armi, sono gli strumenti utili e necessari  per una autentica politica di pace?

Nicoletta Iommi

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