Fenomenologia di Berlusconi

Guardare Berlusconi bighellonare nelle aule del potere repubblicano in questo inizio di governo Meloni significa osservare un intero paradigma di umanità che tristemente declina.

Berlusconi, a mio parere, incarna e manifesta con ogni sua mossa i valori, il pensiero e il modo d’essere di quel capitalismo dei padri padroni, dei Patron “fatti da sé”, che per decenni è stato il paradigma dominante nelle società e nelle economie dell’Occidente, e che oggi, un po’ come l’ex cavaliere, barcolla e tramonta come un goffo fantasma, ormai superato da forme più evolute e pervasive assunte negli ultimi anni dalla civiltà neoliberista.

Berlusconi è, ed è sempre stato, un grande Mono-Teista,

ha sempre avuto un solo grande Dio: l’io, che poi è esattamente il “nuovo culto” imposto dalla cultura e dalla comunicazione di massa capitalista almeno a partire dal secondo dopo guerra, come già Pasolini aveva intuito e denunciato con saggi e articoli geniali negli anni 70.

Osservare l’intera parabola trentennale dell’ex cavaliere in politica, significa veder cadere le ideologie tradizionali nei primi anni 90, e vederle sostituite con una prassi che di fatto pone l’ego umano al centro del mondo, con il denaro, il diritto, la democrazia asservite al consolidamento del suo potere e del suo godere.

Berlusconi l’uomo della Provvidenza del 94, il Berlusconi del “ghe pensi mi’”, delle leggi ad-personam, del piegare e dell’usare le istituzioni repubblicane per garantire i propri interessi o per pararsi le terga aggiustandosi le leggi su misura, fino all’ultimo Berlusconi riluttante a lasciare il passo ai nuovi leader del Centrodestra, sono tutte consequenziali e continue manifestazioni della curvatura sull’io che ha costituito l’unica e sola “spiritualità” vigente negli ultimi 70 anni nel nostro paese e in tutto l’Occidente.

Questa è già, di fatto, la legislatura del tramonto di Berlusconi, del tramonto del capitalismo vecchio stile da lui incarnato, sostituito oramai da nuove forme di potere dove il Patron non è più il Presidente padre-padrone, ma un volto che si sottrae alla vista delle persone mostrando unicamente la fredda e matematica efficienza degli algoritmi.

C’è da chiedersi, infine, se queste nuove forme di capitalismo, che la studiosa Shoshana Zuboff descrive a fondo nel suo libro Il Capitalismo della sorveglianza, non ci porteranno, alla lunga, a rimpiangere figure come “B.” e il loro tempo, dove, per lo meno, c’erano i campioni del grandissimo Milan e il volto del padrone si vedeva.

Giacomo Fagiolini

 

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