Un nuovo freno ai salvataggi in mare

Nel Mediterraneo si continua a morire. Un mare che è diventato un cimitero di uomini, donne e bambini. La legge internazionale del mare  impone di salvare persone in difficoltà. Insieme ai pescatori, che da sempre ne hanno tenuto conto, la stanno applicando le navi di soccorso che continuano a prestare aiuto alle imbarcazioni  alla deriva portando a bordo i sopravvissuti.

Alla legge internazionale del mare però si affiancano le Convenzioni, le direttive nazionali e le interpretazioni più o meno restrittive delle stesse  e  proprio facendo leva sull’ interpretazione della legge  che il neo Ministro dell’Interno  Piantedosi ha emanato una direttiva che vieta l’attracco a due navi umanitarie: la norvegese Ocean Viking e la tedesca Humanity1.

Sul sito del Ministero di cui Piantedosi è a capo si legge che: <<Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha emanato, in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, una direttiva ai vertici delle Forze di Polizia e della Capitaneria di porto perché informino le articolazioni operative che il ministro degli Affari esteri, con note verbali alle due ambasciate degli Stati di bandiera (Norvegia e Germania) ha rilevato che le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity1  attualmente in navigazione nel Mediterraneo non sono in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”. Alla base dell’art 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sul diritto del mare, saranno valutate ai fini dell’adozione da parte del titolare del Viminale, del divieto di ingresso nelle acque territoriali.

Siamo dunque nuovamente ai “porti chiusi”. Le due imbarcazioni sono attualmente in mare con quasi 400 persone a bordo, molti di loro sono bambini. Pensarli in salvo su una nave dovrebbe essere un sollievo e per molti lo è. Queste persone, dopo interi giorni in balia delle onde e fuggiti dalle ben note condizioni dei lager libici, hanno ora bisogno di assistenza, di  un porto sicuro dove sbarcare.

“In meno di 3 ore  Ocean Viking ha effettuato 2 salvataggi in acque internazionali al largo della Libia. Abbiamo avvistato dal ponte della nave e poi soccorso 33 persone tra cui 4 minori da un barchino di legno. Poco dopo abbiamo soccorso 40 persone tra cui 10 donne, 9 minori e 3 bimbi sotto i 4 anni da una barca in vetroresina alla deriva. Alcuni sopravvissuti hanno passato30 ore in mare e presentano ustioni da carburante”, scrive la SOS MEDITERANEE ITALIA, l’organizzazione non governativa a bordo della nave norvegese.

Nessuna risposta al momento dal Viminale.  Nell’attesa di avere l’autorizzazione ad attraccare, le squadre di soccorso delle due navi continuano a prendersi cura delle persone a bordo, a proteggere i sopravvissuti ai naufragi. Questo non è in linea con lo spirito delle norme europee e italiane?

Nicoletta Iommi

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