Victoria Tauli-Corpuz, come gestire le foreste in modo sostenibile

Victoria Tauli-Corpuz, “Vicky” per il sito di Indigenous Peoples Rights International di cui è fondatrice e co-direttrice, ha portato la lotta per la difesa delle popolazioni indigene e dei loro territori in giro per il mondo, per tutta la vita. Ha incoraggiato le iniziative collettive delle comunità indigene puntando in particolar modo sulle donne. Perché come lei stessa sostiene «le donne sono innovatrici e allo stesso tempo conservano e tramandano le tradizioni, anche attraverso la protezione dei semi. Sono loro a battersi contro la deforestazione e in difesa di suolo e acqua dall’inquinamento. Perché sono loro che, grazie alla posizione centrale nella produzione di cibo, lottano ogni giorno contro la siccità, inondazioni e calamità naturali».

Victoria Tauli-Corpuz è attivista indigena del popolo Kankana-ey Igorot, consulente per lo sviluppo sociale, leader civico, esperta di diritti umani, funzionaria pubblica e sostenitrice dei diritti delle donne. Minuta, sempre sorridente, vestita con abiti tradizionali della sua etnia di antichi abitanti delle montagne della Cordillera nel Nord delle Filippine, non ha mai avuto timore di confrontarsi con il potere.

Nel 2018 la sua vita è stata messa a rischio quando l’allora presidente delle Filippine Rodrigo Duterte l’ha inserita nella black list dei terroristi, accusandola di essere un membro del gruppo New People’s Army, il braccio armato del Partito Comunista Filippino.

«È una rappresaglia – è stata la sua reazione – perché ho criticato apertamente il governo per gli omicidi ingiustificati, la legge marziale, lo sfollamento di popolazioni indigene, l’occupazione di territori da parte di militari e paramilitari».

In quell’occasione, si sono spese le più importanti istituzioni internazionali, dall’Onu all’Unione Europea. Perché quella di Vicky, come tutti la chiamano, è una voce potente e autorevole. Così autorevole che il Papa l’ha voluta tra i dodici invitati speciali al Sinodo per l’Amazzonia.

«Papa Francesco sta dando un messaggio importante all’opinione pubblica globale: non privatevi della saggezza ancestrale degli indigeni», ha detto in quell’occasione.

Altro ringraziamento al Papa è per «il riconoscimento dell’importanza dei diritti umani. Le popolazioni indigene potrebbero dare un maggior contributo per risolvere i problemi del cambiamento climatico, se i loro diritti venissero rispettati: diritto di continuare a gestire le foreste in modo sostenibile; di piantare le colture appropriate per i loro ecosistemi; di accedere a un cibo buono, pulito, giusto e sano, che è parte della loro identità culturale. Quel testo valorizza le loro critiche alla modernità e alle imposizioni di rimedi tecnologi a problemi le cui soluzioni sono più politiche e sociali».

Da giovane attivista, nelle Filippine, ha spinto le popolazioni indigene a organizzarsi per combattere i progetti del presidente Ferdinand Marcos, contribuendo a fermare la diga idroelettrica del fiume Chico, che avrebbe inondato i villaggi. E ha partecipato alle lotte che, tra gli anni Settanta e gli Ottanta, bloccarono le operazioni di disboscamento della Cellophil Resources Corporation su terre ancestrali dell’etnia dei Tinguianns.

Come lei stessa continua a ricordarci, le popolazioni indigene e le comunità locali detengono abitualmente oltre il 50 per cento delle terre del mondo, ma hanno diritti legalmente riconosciuti solo sul 10 per cento. Ciò consente ai governi di dichiararle illegali sulle terre in cui hanno vissuto e che hanno protetto per generazioni. Alla radice della crisi globale, c’è il razzismo sistematico anche se per fortuna, lentamente, negli ultimi anni la questione della criminalizzazione dei popoli indigeni, sta a uscendo sempre più allo scoperto. Affinché la verità prevalga a vantaggio del mondo intero e di una terra più sostenibile nella quale abitare, per tutti, con gli stessi diritti.

Più che un augurio riteniamo sia una speranza che presto si trasformi in realtà, grazie a donne come Victoria Tauli-Corpuz.

Stefania Lastoria

 

 

Print Friendly, PDF & Email