Argentina. E’ morta Hebe de Bonafini, leader delle Madri di Plaza de Mayo

Hebe de Bonafini, storica presidente dell’organizzazione argentina Madri di Plaza de Mayo, è morta domenica 20 novembre 2022, all’età di 93 anni. Il decesso è stato comunicato da fonti vicine alla storica militante per i diritti umani e confermato dalla vicepresidente dell’Argentina, Cristina Fernandez. 

“Carissima Hebe, Madre di Plaza de Mayo, simbolo mondiale della lotta per i diritti umani, orgoglio dell’Argentina. Dio ti ha chiamato nel giorno della sovranità nazionale… non deve essere un caso. Semplicemente grazie e hasta siempre”, ha scritto la vicepresidente del paese latinoamericano su Twitter. 

Dimessa dall’ospedale il 13 ottobre, dopo tre giorni di degenza all’Ospedale Italiano della città di La Plata per controlli medici, madre di due ‘desaparecidos’, militante in difesa dei diritti umani e attivista, ha fondato l’associazione Madres de Plaza de Mayo per denunciare la scomparsa di persone durante l’ultima dittatura in Argentina (1976-1983).

Hebe de Bonafini ha sempre chiesto giustizia per i ‘desaparecidos’ vittima della cosiddetta ‘Guerra Sucia’ messa in atto da 1976 al 1983 in Argentina durante la dittatura militare di Videla. Una guerra sporca che il regime – con l’avallo degli Stati Uniti – mette in atto per reprimere quella che viene definita sovversione marxista e peronista.

Il sanguinario dittatore Videla affermò che l’Argentina era in guerra e la sparizione di alcune persone era una conseguenza non desiderata di quella guerra.

Passano mesi prima che le madri degli scomparsi prendano coraggio e vadano di persona a chiedere alle autorità notizie sulla sorte dei loro figli, scontrandosi contro un muro di omertà, silenzio, reticenza, resistenza, menzogne, opposizione e coperture reciproche. La loro protesta e il loro dolore si trasformerà nella marcia silenziosa della Plaza de Mayo, che ogni giovedì pomeriggio, da anni, si trasforma in un’enorme ronda colorata di bianco, come i fazzoletti delle madri che camminano per evitare l’accusa di adunata sediziosa e dunque l’arresto. 

Hebe de Bonafini è stata la guida e l’anima instancabile di questa protesta. 

La leader delle madri di Plaza de Mayo è stata anche una sostenitrice dei governi socialisti latinoamericani e nemica del neoliberismo. In una sua intervista ricordava: “Gli organizzatori del Social Forum mi hanno invitata a una teleconferenza con il Forum Economico in Svizzera, dove si trovava Soros, l’uomo più potente del mondo. Eravamo in sette, e io ho detto quello che pensavo. Ho detto a Soros che parlavo in nome delle madri che non sanno dell’esistenza di Porto Alegre e neanche della sua. Però lei è la persona più criminale di questo mondo, scoppierà per tutto quello che mangia, tutti sanno che Lei ammazza milioni di bambini”.

Nel 2020 aveva “osato” indirizzare una lettera alla Regina Elisabetta per protestare contro il sequestro dell’oro venezuelano depositato presso la Banca d’Inghilterra operato dal Regno Unito.   

“Credo, anzi dico: sono convinta che lei non abbia bisogno di quell’oro, tantomeno il popolo del suo paese. Oserei dire, da donna del popolo a donna che regna: non le sembra un abuso da parte sua? Questa rapina, non è un oltraggio? Da sempre colonialista, ha deciso di rubare i risparmi in oro, depositati nelle banche inglesi dal popolo venezuelano. Spero che sappia capirmi e possa aprire la mano che ha già troppo oro e che sono sicura non ne necessita ulteriore”, scriveva la coraggiosa donna argentina sdegnata dalle azioni piratesche del Regno Unito.

Oggi, il governo argentino, ha decretato tre giorni di lutto in “omaggio a Hebe, alla sua memoria e alla sua lotta, che sarà sempre presente come guida nei momenti difficili” come afferma un comunicato della Casa Rosada.

Hebe de Bonafini nacque nel 1928 in un quartiere popolare della città di Ensenada e avrebbe compiuto 94 anni il 4 dicembre.

Il 29 dicembre 1942, all’età di 14 anni, sposò Humberto Alfredo Bonafini, con il quale ebbe tre figli: Jorge Omar, Raúl Alfredo e María Alejandra. 

L’8 febbraio 1977, durante l’ultima dittatura civile-militare, suo figlio Jorge Omar fu rapito e scomparve a La Plata. Il 6 dicembre dello stesso anno, la stessa cosa accadde a Raúl Alfredo, a Berazategui.

Un anno dopo, il 25 maggio 1978, la dittatura militare rapì e fece sparire anche la nuora, María Elena Bugnone Cepeda, moglie di Jorge.

Nel 1979 è diventata presidente dell’Associazione Madri di Plaza de Mayo e da allora è stata riconosciuta come un’instancabile attivista per i diritti umani.

Una donna non solo da ricordare, ma da prendere come esempio per la sua incondizionata voglia di legalità che l’ha resa unica e incontrastabile leader del suo Paese, senza timore, senza paure, sapendo a cosa sarebbe andata incontro, a cosa avrebbe perso di prezioso ed essendo tutto questo uno motivo per combattere ulteriormente, con maggiore forza ed efficacia.

Stefania Lastoria

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