Romano Held, il primo rom e sinto a cui è stata dedicata una pietra d’inciampo in Italia

 “Qui suonava Romano Held” è scritto sulla prima pietra d’inciampo dedicata ad un rom in Italia e deposta il 19 gennaio a Trieste, in Piazza della Libertà.

I piccoli tasselli di cemento ricoperti di ottone, ideati dall’artista Gunter Demnig  ormai più di 30 anni fa per mantenere viva la memoria delle deportazioni, vengono solitamente posti nei pressi delle abitazioni delle vittime del nazismo, questa volta invece è stata scelta la piazza dove Romano suonava il suo violino.

Romano Held era figlio di un sinto italiano e di una donna rom istriana, la sua era  una famiglia di musicisti e dopo l’armistizio furono costretti a rifugiarsi sulle montagne, nella zona di Favagna, per sfuggire alla furia nazista, ma riuscirono a trovarli e  Romano venne arrestato  perché “zingaro”. Aveva 17 anni.  

Su un convoglio partito da Trieste il 31 maggio del 1944 fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, da cui venne liberato nell’aprile del 1945 quando ormai la sua salute era gravemente compromessa. Tornato a Trieste riprese  il suo lavoro di musicista in Piazza della Libertà, purtroppo le condizioni di salute si aggravarono e morì appena 3 anni dopo, a soli 21 anni.

Il 19 gennaio scorso il violino di Romano è tornato a suonare. Durante la deposizione della pietra d’inciampo, il musicista rom Gennaro Spinelli, Presidente dell’UCRI – Unione Comunità Rom e Sinti italiani –, ha suonato il violino che i famigliari di Romano Held hanno messo a disposizione per questa occasione. Un momento di fortissima commozione per tutti: per la famiglia Held, per i numerosi rom e sinti presenti e provenienti da ogni parte di Italia, per la comunità ebraica intervenuta, per le istituzioni e per i tantissimi cittadini che si sono stretti intorno al violino di Romano.

“La prima pietra di inciampo l’ho messa nel 1992, per un rom, nella città di Colonia. Qualcuno negava che questi fatti  fossero mai avvenuti e invece i nazisti avevano fatto le prove generali dello sterminio iniziando proprio a deportare la comunità rom”, commenta l’artista Gunter ai microfoni del TG1.

Romano è stato una delle centinaia di migliaia di vittime del genocidio dei rom e sinti, il Porrajmos, il “grande divoramento”. Uno sterminio per molto tempo negato e che solo ora ha trovato pieno riconoscimento.

D’ora in poi inciamperemo tutti nel ricordo di Romano Held che suonava in Piazza della Libertà.

 Nicoletta Iommi

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