Ribellarsi è giusto

“I tempi sono fuori sesto, diceva Amleto, e mi fa rabbia che tocchi a me rimetterli a posto. Solo in un tempo scardinato è possibile rispondere a un’aggressione fascista minacciando un’insegnante antifascista, o dare la colpa di una strage in mare a genitori snaturati che, chissà perché, hanno portato con sé i figli su una barca clandestina e precaria. Per questo tocca a noi, con rabbia serena, rimetterli a posto scendendo in strada come antifascisti a Firenze e come antirazzisti a Milano. Che poi è la stessa cosa”. Così Alessandro Portelli, storico, già professore di letteratura anglo-americana all’Università di Roma, su Volere la luna.

Ci racconta anche la storia di una nave chiamata Saint Louis, nel 1939, che prese il mare per portare in salvo 937 ebrei rifugiati, che fuggivano dalla Germania nazista. Le autorità del nuovo mondo, Cuba, Stati Uniti, Canada, negarono il permesso di sbarco. La nave, riprese il mare, torno dove era partita, e qui, un terzo di quelle persone, donne, uomini e bambini, furono assassinate nei campi di sterminio nazisti.

Oggi, nel 2023, i migranti che fuggono dalle guerre, dalla fame, dalle violenze di ogni genere, non hanno nemmeno una nave che provi a portarli in salvo. Attraversano il mare come possono, su barche di carte che vanno a fondo. E quando non colano a picco in alto mare si infrangono sugli scogli delle nostre coste. E quando non si infrangono trovano i porti chiusi e se muoiono, le autorità dicono che è colpa loro.

I migranti fuggono, dalle carestie e dalle siccità. Fuggono perché non hanno nessuna speranza se rimangono in quei luoghi. Fuggono. Ma non hanno dove andare. Fuggono e muoiono perché nessuno li accoglie.

Tornando alle parole di Portelli, in questi “tempi fuori sesto” sotto processo, come criminale, ci sono Mimmo Lucano che aveva provato ad accoglierli, o il contadino Cédric Herrou. Colpevole di solidarietà verso i migranti che attraversano le Alpi.

Quando il ministro Valditara dice che non c’è pericolo che torni il fascismo, forse è vero, perché non se né mai andato. Il fascismo che chiudeva i porti ai rifugiati ebrei nel 1939 e adesso chiude i porti ai rifugiati africani, siriani, afghani, col colore sbagliato della pelle.

Per questo, dice Portelli, ribellarsi è giusto. È giusto manifestare contro il fascismo che aggredisce gli studenti e contro quello che lascia morire in mare chi non è uguale. È lo stesso fascismo.

George Orwell nel suo film “1984” immaginava che il senso delle parole si rovesciava: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza. Nell’anno 2023 in cui viviamo, abbiamo fatto molti passi in quella direzione. Antifascismo e solidarietà sono reati. Le vittime sono colpevoli. I carnefici sono buoni samaritani. Lasciar morire la gente è pietà. Tutto legale

“In questi tempi fuori sesto” per dirla come Amleto, i cattivi sono buoni e i buoni sono cattivi. E tutti ci credono. E tutti ripetono che mamme snaturate hanno portato i figli a morire in mare. Non dovevano partire.

Ma in questo contesto di tempi fuori sesto è bello ricordare le parole della poetessa kenyota Warsan Shire “…nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra…”

Claudio Caldarelli

 

 

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