Il doppio standard dell’Occidente

“Un sistema internazionale allo sbando, con governi incompetenti e impreparati ad affrontare le crisi globali: pandemia, cambiamento climatico, ritorno della guerra in Europa. Una politica sempre più egoista e incapace di tutelare la dignità umana”. Così Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia

La presentazione del Rapporto 2022/2023 è l’occasione per dire, senza reticenze, la realtà con cui l’Europa affronta il dramma dei profughi e dei migranti. La denuncia di Amnesty Internazional è forte e scuote i palazzi della politica europea: su guerra e profughi l’Occidente usa doppi standard.

Nel Rapporto 2022/2023 si legge che ci sono porte aperte agli ucraini, porti sempre più distanti per chi fugge dall’Africa. “E il sistema internazionale è inadeguato a gestire le crisi, dalla pandemia al cambiamento climatico”.

L’accusa del doppio standard dei paesi occidentali, Italia compresa: “Quanto fatto per l’Ucraina non l’abbiamo visto per contesti non meno gravi per la popolazione e la stabilità internazionale, in Egitto, Israele, Arabia Saudita, perché grandi e importanti alleati dell’Occidente”.

“Doppio standard” dice anche Ileana Bello, direttrice di Amnesty Italia, che anche il nostro paese ha applicato sul fronte dell’emergenza profughi: porte aperte per oltre 150 mila ucraini, inasprimento delle leggi contro i salvataggi in mare con conseguenti morti, di migliaia di persone, nel Mediterraneo. Assistiamo ad una criminalizzazione della solidarietà. Gli ucraini vanno aiutati, i siriani, afghani, kurdi, iracheni, africani, vanno respinti, non accolti. Amnesty ricorda anche il controverso Memorandun di intesa con la Libia, da parte dei governi italiani.

Nel Rapporto 2022/2023 vengono segnalate anche le violazioni dei diritti umani che non possono prescindere dal l’invasione russa dell’Ucraina: “Ha dato luogo a numerosi crimini di guerra, generando una crisi energetica globale e un’ulteriore frattura di un sistema multilaterale già indebolito…l’ipocrisia degli Stati occidentali, che hanno reagito con forza all’aggressione russa, ma hanno condonato, o ne sono stati complici, di gravi violazioni dei diritti umani altrove”. Ciò che succede in Palestina, nei territori occupati da Israele. Ciò che accade in Afghanistan. Ciò che accade ai kurdi, nello Yemen, in Somalia e in tanti altri luoghi, dove le popolazioni sono abbandonate alle violenze più feroci.

Due pesi e due misure. Ferma condanna immediata della Russia, sanzioni, armi alla Ucraina. Ma vaghe risposte o indifferenza totale ai crimini commessi nella violazione dei diritti umani in Arabia Saudita, del rifiuto dell’Occidente di contrastare il “sistema di apartheid” in Israele nei confronti dei palestinesi. Poi c’è un bilancio tragico sulle donne: femminicidi familiari in Pakistan ignorati dai legislatori, stupri impuniti in India, cancellazione delle donne dalla vita pubblica in Afghanistan, repressioni brutali in Iran per le rivoluzionarie proteste partire dalle donne. Una situazione drammatica, dove la vita delle persone viene valutata in base alla geografia. Le violenze sono assoggettate alla geografia. L’occupazione di uno Stato viene valutata in base alla geografia. I profughi di guerra vengono valutati in base alla geografia. Questo il doppio standard dell’Occidente denunciato dal Rapporto 2022/2023 di Amnesty International Italia.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini

 

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