La madre

La madre. Emozione pura. Sentimento sincero. Realismo emotivo. Questi i primi pensieri che attraversano la mente, mentre si contempla la scultura di Adriano Cecioni, “La madre”, esposta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma.

Si possono ammirare la giocosità e l’armonia di una madre che tiene in braccio il figlioletto appena allattato. Forme delicate ed elastiche, movenze affascinanti nella sua semplice gestualità. “La madre” esprime in pieno l’affetto materno quotidiano, impresso in ogni gesto d’amore.

Adriano Cecioni, lo scultore, è riuscito a cogliere la naturalezza di un momento condiviso fra madre e figlio. La madre, tornata dai campi, avvolta in un semplice vestito da contadina, porta con se la stanchezza resa leggera dall’amore per il figlio. Si concede un attimo di svago, giocando con il bambino, prendendolo tra le braccia, alzandolo. Il bambino tende le braccia verso di lei, come per non volersi allontanare, ma è sereno. Capisce che la mamma sta giocando. La guarda, vede il seno ancora scoperto, sembra quasi che voglia attaccarsi di nuovo. Vuole tornare a nutrirsi, di latte e d’amore.

La scultura nel 1880fu criticata negativamente perché troppo realista. Le difese di Cecioni le prese il suo amico poeta Giosuè Carducci, che ne scrisse anche una poesia. Nella poesia Carducci esprime il significato più profondo dell’opera e quei versi sembra che descrivano quasi alla perfezione la scultura.

Il marmo prende forma e interpreta l’amore materno, l’affetto, e la voglia di essere donna che lavora e donna che cresce il figlio. Un momento difficile, ma sereno. Una fatica doppia della donna, ma che riesce ad essere nel contempo: mamma e contadina, senza sentire il peso di una condizione difficile. “La madre” rappresenta con realismo ciò che la donna dell’epoca viveva nella sua quotidianità, senza inutili fronzoli. Un verismo degno di essere ammirato.

Aurora Ercoli

 

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