Mafia e caporalato. Il mercato dello sfruttamento dei deboli

Le mafie del lavoro, dalle agromafie alle libere professioni, dalla università alla ristorazione, dalle attività più redditizie a quelle insignificanti, il mercato del lavoro si è riempito di donne, uomini, giovani e bambini, sfruttati da agenzie che si sono fuse con le più grandi organizzazioni mafiose. “Lontano dalle teste i tentacoli si toccano, ma le teste sanno. Sanno sempre tutto”. Si le teste sanno e sono quelle di un sistema criminale complesso e invisibile. la drammatica situazione di migliaia di persone, alla mercè di gente senza scrupoli, di boss, di organizzazioni mafiose, è conosciuta e le Istituzioni ne sono consapevoli, ma non fanno niente per ricondurre alla legalità questo sfruttamento da caporalato. Un sistema radicato, di sfruttamento, in ogni settore dell’economia, dalle campagne alle fabbriche agli uffici e in ogni tipo di attività lavorativa. Un sistema che non distingue tra poveri, emarginati, professionisti, laureati, adulti e bambini. La mafia offre ogni tipo di caporalato ad ogni tipo di attività. Tutti lo sanno e tutti tacciono. Lo sfruttamento arricchisce pochi e offende la dignità di molti. Sono cifre spaventose quelle denunciate dal rapporto Coldiretti del 2017, un fatturato di 21 miliardi di euro, solo nelle agromafie.

Leonardo Palmisano, nel suo libro “Mafia caporale” edito da Fandango, racconta di u sistema orizzontale che sfrutta da Nord a Sud. “Mafia capitale è un sistema verticale, che aveva a capo Buzzi e Carminati, radicato nella zona grigia che c’è tra politica e criminalità. La cosiddetta terra di mezzo. Mafia caporale è il passo successivo, il salto di qualità. Perché approfitta dei richiedenti asilo, tenuti alla fame dai centri di accoglienza gestiti da mafia capitale e li sfrutta nei campi come mano d’opera a basso costo”. Un intreccio politico-economico- mafioso che riduce in schiavitù circa 130 mila persone in Italia, secondo il rapporto Global Slavery Index 2016 che cita la ricerca della Wolk Free Foundation. Lo sfruttamento avviene ovunque, dalle periferie ai Cara, cooperative ma anche uffici e università. Ovunque ci sia una umanità povera e indifesa, privata dei diritti fondamentali, si insedia la mafia e i caporali.

Gestiscono la mano d’opera minorile, offrendo bambini per il carico e scarico pacchi dai furgoni dei corrieri, o alle aziende agricole che gli fanno spruzzare veleno con le pompe come fosse un gioco. Il caporale prende metà del già misero guadagno. Bambini sfruttati e avvelenati che non possono sottrarsi perchè sono l’unica fonte di reddito per la famiglia. Un territorio fatto di povertà e solitudine ci restituisce un paese di schiavi moderni controllati dalla mafia caporale. Un sistema che sfrutta le persone sul bisogno di lavoro può permettersi si pagare 2 euro l’ora la prestazione lavorativa e spesso questi pochi spiccioli non arrivano. Vengono pagati con j a ricarica sulla postapay oppure con un buono pasto. Ci sono le agenzie ubicate in Romania che offrono servizi agli alberghi romagnoli, le ragazze vivono stipate anche dieci in u a stanza, e la maggior parte del loro guadagno va ai caporali. A Roma gli artisti di strada, per esibirsi devono pagare il pizzo a chi controlla quello spazio, perchè tutto è sotto il controllo criminale. A Roma converge il peggio della politica e della mafia, che guadagna sfruttando esseri umani. Questo è il potere più grande che ha la mafia connessa alla politica: lo sfruttamento non è reato di mafia.

di Claudio Caldarelli