Fuori dal tempo

Come si faceva a sapere l’ora nei secoli scorsi? La domanda può sembrare banale, è scontato dire, “guardando l’orologio”. Ma la banalità è circoscritta, perché avere un’orologio era lusso per pochi.

E allora? Allora il popolo di Roma faceva affidamento sulle campane. Sono tante le chiese di Roma e i rintocchi scandivano il trascorrere del tempo. Già, ma chi diceva ai campanari quale era l’ora per far rintoccare le campane allo stesso istante?

ll primo riferimento ufficiale venne stabilito da Papa Clemente XI, che commissionò all’inizio del XVIII secolo, la costruzione di una meridiana. Clemente XI riformò anche il calendario religioso e questa meridiana, da lui voluta, permetteva di scandire le ore e i giorni prendendo come riferimento la Pasqua. Fu scelto come luogo di collocamento, la basilica di Santa Maria degli Angeli, edificata nel complesso edilizio delle Terme di Diocleziano, su progetto di Michelangelo. L’inaugurazione della meridiana avvenne il 6 ottobre del 1702. Una grande linea di bronzo, inserita in una fascia di marmo si estende diagonalmente per 45 metri. A destra di essa sono intarsiati in marmo policromo i segni zodiacali delle costellazioni estive e autunnali. Alle estremità sono raffigurate le costellazioni del Cancro e del capricorno. Il fascio di luce solare penetrando dal centro dello stemma araldico di Clemente XI (foro gnomico) percorre durante l’anno l’intera linea di bronzo partendo dal segno del Cancro arrivando al segno del Capricorno,  per poi compiere il percorso inverso.

Negli anni il calpestio dei fedeli ha usurato i marmi, un restauro a fine anni 90 ha riportato la meridiana agli antichi splendori. Una targa all’interno della basilica recita “ La Meridiana di santa Maria degli Angeli, costruita da Francesco Bianchini e inaugurata da Clemente XI il 6 ottobre 1702 servì a regolare gli orologi di Roma fino al 1846, quando il cannone cominciò ad annunciare il mezzodì”.

Un cannone? Si proprio un cannone. In origine sparava il colpo di mezzogiorno da Castel Sant’Angelo. Il botto che si sentiva in tutta Roma segnava la mezza giornata trascorsa e l’inizio della seconda da trascorrere. La tradizione di sparare il colpo di cannone a mezzogiorno di ogni dì da Castel Sant’Angelo è continuata nel tempo fino al 1903, poi l’affusto fu spostato sull’altura del Gianicolo, punto più alto di Roma. Il cannone, la cui manutenzione, preparazione e sparo è affidata ad un reparto di artiglieria dell’Esercito Italiano, tacque solo durante la seconda Guerra Mondiale. La cerimonia riprese nel 1959 il 21 aprile, Natale di Roma. Da allora non ha più cessato di sparare, ogni giorno il suo colpo di mezzodì.

Non solo il sole, le campane o i cannoni a Roma misurano il tempo, ma anche l’acqua. A Villa Borghese c’è il famoso orologio ad acqua. Situato nel mezzo di un laghetto artificiale il meccanismo è attivato dalla stessa acqua dell’invaso. Fu costruito nel 1867 dal padre domenicano Giovanni Embriaco. ll cognome del suo costruttore ha sempre destato ilarità nei romani perché il dialetto romano lo rende simile al vocabolo di ubriaco, per ironia è l’acqua che ne fa muovere i meccanismi. Un altro meraviglioso orologio mosso dall’acqua è situato in via del Gesù, vicino al Convento della Minerva, anche esso costruito da padre Embriaco. Nell’antica Roma il tempo divideva il giorno in dodici ore. La prima, Hora prima cominciava all’alba, l’ultima, Hora duodecima al tramonto. La notte era divisa in otto veglie: Vespera, Prima Fax, Concubia e lntempesta prima della mezzanotte. Inclinatio, Gallicinium, Conticinum e Diluculum dopo la mezzanotte. I giorni erano Luna, Marte, Mercurio,

Giove, Venere, Saturno e Sole.

Molto di ciò è rimasto. Ancora oggi, meridiane, orologi ad acqua e cannoni scandiscono le ore dei romani e di ogni uomo che calpesta la terra dei cesari.

di Antonella Virgilio

 

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