“L’ultima a fare inchieste vere”. Milena Gabanelli, la giornalista che la Rai si fece scappare

Un vuoto enorme. Ecco quello che Milena Gabanelli ha lasciato tra i corridoi di Viale Mazzini. O meglio, Viale Mazzini ha fatto sì che la Gabanelli lasciasse.

Emiliana DOC, classe 1954, si laurea con una tesi sulla storia del cinema al Dams di Bologna. Freelance da sempre approda alla Rai nel 1982. La prima vera occasione arriva però nel 1989 con Giovanni Minoli, all’epoca autore, che la coinvolge nel programma “Mixer”. Qui Milena muove i primi passi come inviata di guerra e non solo: risalgono a questi anni i servizi sulle zone economiche speciali in Cina, sul Vietnam, la Cambogia, il Mozambico, Birmania, Sudafrica, Somalia. E’ stata la sola giornalista italiana a mettere piede, nel 1990, sull’isola di Pitcairn dove vivono gli ammutinati del Bounty dal 1790.

Questi però sono anche gli anni in cui le bombe esplodono vicino l’Italia: nella ex-Jugoslavia è in atto una guerra intestina che dilania il popolo montenegrino, croato e serbo. Il 20 novembre 1991 l’agenzia britannica Reuters emette un comunicato: “Belgrado, ore 19:06. Miliziani croati avrebbero massacrato 41 bambini serbi. A dirlo è il fotografo Goran Mikic”. Poco dopo arriva una smentita dallo stesso Mikic.

Se noi oggi sappiamo che quella sera degli innocenti furono davvero sgozzati è perché a domandare “Dov’è la comunità internazionale? Dov’è Amnesty International? Dov’è il Vaticano?” per le vie di Vukovar, la città croata poi rimasta sotto assedio delle milizie serbe, c’era Milena Gabanelli. La giornalista riprese, senza alcuna censura, quella che lei stessa definì “una distesa di corpi piccoli” consegnando al suo pubblico, e non solo, la prima di tante verità. “Pensavo solo a filmare senza guardare” ammise in un’intervista con Minoli. In quel caso la Gabanelli ebbe una fonte d’eccezione. Una giovane Milena salì su un carrarmato dove un uomo le disse: “Te la senti di filmare bambini morti?”. A parlarle fu la “tigre” Arkan, il generale serbo che insieme ai suoi uomini si rese autore di numerosi eccidi.

È così che Milena “ha portato a casa”, per dirla in gergo, il primo servizio da “videogiornalista”. La Gabanelli è stata una pioniera italiana di questo nuovo modo di fare informazione, in quegli anni molto in voga nei paesi anglosassoni. La giornalista emiliana affina poi la tecnica nel programma “Professione Reporter”, in onda dal 1994 al 1996. Appresi tutti i trucchi del mestiere, sempre al fianco di Giovanni Minoli, direttore di Rai3 dal 1996 al 1999, Milena non può che dar vita, nel 1997, alla sua creatura prediletta: “Report”.

In quelli che lei stessa ha definito “indimenticabili anni”, Gabanelli & C. hanno messo la lente di ingrandimento su qualsiasi cosa: dalle inchieste più importanti, come quella del 2005 su Totò Cuffaro, all’epoca governatore della Sicilia, o quella su Antonio Di Pietro, che portò l’ex pm a lasciare la politica nel 2012. Fino a mettere il naso sulle condizioni igieniche dei forni per pizza o tra le piume dei giubbotti Moncler. Le sono stati chiesti risarcimenti da capogiro: il picco è stato raggiunto dalle Ferrovie dello Stato che avanzarono una richiesta di risarcimento danni pari a 60 miliardi di lire e in tempi più recenti il gigante a sei zampe del mercato petrolifero, l’italiana Eni, ha richiesto 25 milioni di euro. Eppure Milena e “Report” non hanno mai cacciato un soldo, né perso alcuna causa. La sera del 28 novembre 2016 la Gabanelli, per sua volontà, “si dimette” dal programma che lei stessa ha creato e diretto per 20 anni lasciando le redini al suo braccio destro, Sigfrido Ranucci.

Ora una giornalista del genere si è permessa di avanzare una richiesta all’azienda per cui ha lavorato tanti anni: dal momento che il Tg1 è la sola rete a non avere una striscia di approfondimento dopo il telegiornale, Milena si è proposta di “aprire le menti” dei telespettatori del tg più seguito d’Italia. Insomma, voleva la striscia quotidiana che un tempo fu di Enzo Biagi. Non c’è stato nulla da fare: la Rai, il servizio pubblico italiano, le ha offerto la codirezione di Rai News o al massimo di tornare a “Report”, ma niente approfondimento. In compenso, il CdA ha confermato “l’artista” Bruno Vespa e il conduttore Fabio Fazio. I più maliziosi hanno legato il fermo no di Viale Mazzini alle vicine elezioni politiche del 2018.

Il giornalista Giorgio Bocca disse di lei: “È l’ultima giornalista a fare inchieste vere, in un momento in cui non se ne occupa più nessuno”. Dopo essersi messa in aspettativa non retribuita, il 31 ottobre Milena Gabanelli ha lasciato la Rai. Poi la giornalista emiliana ha ringraziato “il dg Orfeo e la presidente, Monica Maggioni, per averle spianato la strada dell’uscita”. E pensare che un tempo la stessa Gabanelli dichiarò: “Della Rai si può dire tutto, ma in tanti anni non ho mai subito censure”. Devono aver iniziato solo di recente, cara Milena.

di Irene Tinero