Scuole in classifica: mercatizzazione dell’educazione o semplice libertà di scelta? Il progetto Eduscopio

A cosa serve la scuola superiore? Tra le varie funzioni, c’è certamente quella di sviluppare gli strumenti per affrontare l’università o entrare con successo nel mondo del lavoro. Ma lo specifico indirizzo di studi non è l’unico fattore ad influenzare il risultato. Infatti, tra singoli istituti di uno stesso indirizzo, l’esperienza educativa può variare a dismisura. Di conseguenza, una volta chiaro quale percorso intraprendere, conoscere quale specifica scuola del territorio dove si vive prepari meglio alla vita fuori la classe, può essere un’informazione fondamentale per orientare la propria scelta. È proprio, ed unicamente, a questo che il progetto Eduscopio della Fondazione Agnelli guarda, producendo ogni anno dal 2014 una classifica delle scuole pubbliche proprio in base al raggiungimento di questi obiettivi nel brevissimo periodo.

La classifica del 2017 è fresca di pubblicazione. Rilasciata solo qualche giorno fa, il 9 novembre, ha goduto di abbastanza copertura mediatica, sia nazionale che locale.

Ma cos’è esattamente Eduscopio? Un ranking delle scuole superiori italiane, simile ai ranking delle università? È uno strumento simile, ma non identico, per due motivazioni. La prima è che per valutare l’offerta formativa di ogni scuola Eduscopio considera esclusivamente le seguenti variabili: nel caso in cui lo studente abbia intrapreso un percorso universitario, il numero degli esami superati nel primo anno di università, il peso di questi in crediti formativi ed i voti conseguiti e; se invece lo studente ha inteso intraprendere un percorso lavorativo, Eduscopio valuta dopo quanto tempo è riuscito a trovare lavoro, l’attinenza dell’impiego con gli studi effettuati ed il tipo di contratto. La seconda ragione per la quale Eduscopio non è semplicemente un ranking come quello universitario, è che compara le scuole a livello territoriale, in aree considerate raggiungibili dalle famiglie di una determinata zona, e non è, quindi, una classifica nazionale. Infatti la mobilità degli studenti delle superiori è di gran lunga inferiore a quella degli studenti universitari: difficilmente uno studente si sposterà in un quartiere estremamente lontano da casa, in un’altra città o regione, per frequentare la scuola, mentre più facilmente eleggerà la propria università guardando all’offerta regionale o nazionale.

Ma quali sono le informazioni utili per scegliere una scuola? Per Eduscopio, è il successo nel primo anno di università e di presenza nel mondo del lavoro ad indicare quanto una scuola soddisfi “le aspettative di apprendimento” (eduscopio.it). Ma questo, nonostante l’utilità oggettiva dell’informazione di per sé, è, almeno nel contesto italiano attuale, fuorviante. Suggerisce infatti che la scuola superiore sia esclusivamente strumentale al raggiungimento degli obiettivi evidenziati da Eduscopio, ovvero all’inserimento nel mondo del lavoro, e che le variabili evidenziate rappresentino fedelmente la qualità dell’offerta formativa. Perché questo è particolarmente fuorviante nel nostro Paese? Innanzitutto perché non ci sono altre classifiche da poter consultare che utilizzano altri indicatori. Per avere un’idea della qualità dell’esperienza educativa nella sua pienezza si potrebbe voler conoscere, ad esempio, il rapporto numerico professore-alunni, l’ampiezza dell’offerta di attività extra-scolastiche, il numero di gite scolastiche. Anche se queste informazioni fossero presenti da qualche parte, tuttavia, risulterebbe difficile pensare che la famiglia media effettui una ricerca incrociata delle varie classifiche con varie caratteristiche, il che solleva un’ulteriore questione: chi utilizza Eduscopio? La copertura del progetto da parte dei media locali influisce sull’utilizzo dello strumento, ma uno studio (Bordignon, Carapella, Turati; 2017) evidenzia come la classifica di Eduscopio sia utilizzata specialmente in territori dove sia il livello medio di istruzione che la condizione economica delle famiglie sono più elevati.

Questo vuol dire che tenderà ad acquisire gli strumenti per scegliere una scuola ritenuta “migliore” chi tendenzialmente già si trova in una posizione privilegiata, potenzialmente portando ad un aumento delle disuguaglianze, poiché questi ragazzi avranno più successo all’università e nel mondo del lavoro, oltre che ad una segregazione scolastica per classi sociali. Tuttavia, è anche vero che studenti e famiglie motivate ma che non possiedono da sole gli strumenti appropriati per giudicare l’offerta formativa di diverse scuole nel territorio, possono utilizzare, se ne sono a conoscenza, Eduscopio per informare scelta.

Eduscopio tuttavia non è pensato solamente per gli studenti, ma anche per le stesse scuole. Tra gli obiettivi risulta infatti anche quello di responsabilizzarle maggiormente e di far loro “finalmente conoscere gli esiti dei loro sforzi” (eduscopio.it). Cosa vuol dire questo? E cosa comporta o potrebbe comportare? Responsabilizzazione, alla luce del movimento degli ultimi anni verso una sempre maggiore autonomia delle scuole, a livello italiano ed internazionale, va di pari passo con competizione.

Questo porta ad inserire il progetto Eduscopio nel trend nazionale ed internazionale di “mercatizzazione” dell’educazione, in cui logiche di mercato vengono applicate all’ambito educativo, così come è accaduto e sta accadendo a la maggioranza dei servizi precedentemente esclusi dalle logiche di mercato. Nel caso di Eduscopio, si rende possibile la competizione tra scuole attraverso la diffusione, di per sé giusta, di informazioni inerenti il successo delle scuole stesse. Si tenta quindi di risolvere l’asimmetria di informazione, ovvero il fatto che gli studenti e le loro famiglie non dispongono delle informazioni necessarie per navigare il mercato ed operare una scelta consapevole, o razionale. Ma quali sono le conseguenze? Tutto dipende da come la politica utilizza queste informazioni. Se la scelta delle scuole fosse percepita come realmente consapevole e rappresentativa della qualità dell’offerta formativa, questo potrebbe portare ad un più diretto collegamento dei fondi destinati ad ogni singola scuola in base alla propria performance.

Ulteriore problema è dato dal fatto che la competizione tra le scuole di un determinato territorio potrebbe portare allo sviluppo di aree dove l’offerta educativa, intesa come da Eduscopio, è generalmente eccellente, a discapito di altre. Se a questo aggiungiamo la tendenza a rendere sempre più autonome le scuole, questo potrebbe nel lungo periodo portare gli insegnanti migliori in determinate aree, e quelli peggiori in altre.

È da notare però un elemento fondamentale, ovvero che in aree dove l’offerta formativa viene percepita come tendenzialmente omogenea la classifica di Eduscopio non viene utilizzata. Se questo dato fosse aggiustato per livello educativo e di ricchezza media delle famiglie di ogni territorio, ovvero se si controllasse il dato per escludere le variabili che portano ad un maggiore o minore utilizzo della classifica Eduscopio, potremmo cominciare ad osservare quanto lo strumento viene utilizzato dove l’offerta formativa del territorio è generalmente percepita come soddisfacente. Se studenti e famiglie non sentono la necessità di scegliere perché soddisfatti, potremmo rinunciare a meccanismi di competitività noti per portare a meccanismi perversi, come quelli di cui sopra.

Quindi, Eduscopio sì o no? Informazione sì o informazione no? Se godiamo della libertà di scegliere la scuola, allora le informazioni al riguardo non sono solamente un “nice to have”, ma un “must”. Se possiamo scegliere, abbiamo il diritto di poterlo fare consapevolmente e non solo formalmente. Le informazioni che ci vengono proposte, e le loro analisi, dovrebbero però riflettere la complessità delle diverse caratteristiche delle scuole che fanno nel loro complesso un’educazione di qualità, invece di indirizzare le preferenze delle persone verso un “migliore” oggettivo, attraverso la stila di classifiche che, nonostante le migliori intenzioni, risultano inevitabilmente fuorvianti. Nato nel 2014, Eduscopio è un progetto relativamente nuovo, che possiamo ottimisticamente considerare ancora work in progress. Come tutti i progetti in fase di evoluzione, speriamo che questa sia la versione Beta e, sfidando le tendenze globali, si orienti presto verso una valutazione più olistica del concetto di scuola di qualità.

 di Giulia Montefiore

Riferimenti

  • eduscopio.it
  • Bordignon, Massimo, Piergiorgio Carapella, and Gilberto Turati. “Eduscopio: le determinanti dell’accesso all’informazione.” (2017).
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