Nepi: le sue chiese, le catacombe e l’acquedotto
La chiesa di Santa Maria è la cattedrale di Nepi. Maestosa e solenne. Costruita nel V sec. sopra un tempio romano. Il tempio di Giove. Ricostruita più volte dopo la distruzione per opera dei longobardi di re Alboino. Fu continuamente “rimaneggiata” con l’aggiunta della cripta e del campanile.
Nel 1501 fu costruito l’atrio dal cardinale Francesco Borgia. Nel 1560 fu realizzata la vetrata con le immagini dei Santi Tolomeo e Romano. Alcune modifiche vennero fatte anche nel 1608 con la realizzazione del soffitto ligneo a cassettoni. Più tardi la quarta navata e nel 1750 la quinta navata.
Considerata ultimata il 2 dicembre 1798 venne rasa al suolo da Napoleone Bonaparte. Fu ricostruita nel 1831. All’interno della chiesa, a cinque navate, è custodito un sarcofago. La cripta invece composta da nove piccole navate con tre absidi del lX sec. e ornata con capitelli medievali. Molto preziosa è la statua di San Romano ed il trittico di Giulio Romano. La fonte battesimale in marmo è del XVI sec., è particolare il San Girolamo del Mantenga.
La chiesa di San Biagio è del X sec. realizzata in tufo a faccia vista sulla quale sono incastonati pezzi di marmo di epoca romana. L’interno ad una navata con volta a capriata in legno e pareti lisce. Si possono ammirare alcuni affreschi del XV sec., la cripta e le sue massicce colonne. Tra il presbiterio e il ciborio è situato il tempietto votivo di San Biagio.
La chiesa di San Tolomeo inaugurata nel 1606, fu costruita sopra i resti di quella più antica situata sopra le catacombe. Il progetto originario era del Sangallo il giovane ma fu più volte rimaneggiato. La cripta è quella del Sangallo mentre circa un secolo fa fu aggiuntala cupola.
All’interno si può ammirare un meraviglioso transetto, circondato da un abside. Si compone di otto altari più l’altare maggiore, risalenti al XVII sec. realizzati in legno dorato.
La catacomba di Santa Sivinilla a cui si accede attraverso la chiesa di San Tolomeo, fu riaperta al pubblico nel 1992. E’ scavata completamente nel tufo e testimonia l’ingegno dei romani nella realizzazione delle tombe a grotta. Secondo la leggenda qui furono martirizzati e sepolti i Santi Tolomeo e Romano intorno all’anno 51 d.c.. Sono catacombe particolari, le più grandi del centro Italia. Composte da gallerie a tre diramazioni, larghe fino a tre metri e mezzo.
L’acquedotto nepesino si snoda tra le colline e la fortificazione, attraversa il fiume Rio Falisco. La parte monumentale si muove su due livelli ed è composta da trentasei arcate. Fu voluto dal cardinale Giuseppe Renato Imperiali e progettato da Filippo Bargioni e inaugurato nel1727.
A memoria dell’avvenimento fu scolpita la fontana sulla facciata sul palazzo comunale, da cui sgorga l’acqua nepesina.
di Fabio Scatolini