Dai dubbi (senza risposta) sui vaccini…

Storia di ritardate vaccinazioni e di psicosi di massa          

Come tante altre persone di mezza età, che quotidianamente non possa esimersi da una certa dose di rischio di contagio, anche L’Etranger vuole vaccinarsi. Ogni 2-3 giorni va sul sito della sua regione perché aspetta di sapere quando arriverà il momento per prenotare la sua protezione virale. A differenza di tante altre persone, non ritiene d’essere un immunologo solo per aver letto un paio di titoli d’articolo sull’argomento, quindi, lascia agli esperti dell’EMA l’onere di dare delle risposte e porre le scelte in materia, per l’intera società. Lui, di suo ci mette un po’ di memoria e di logica, nel valutare le cose e non si ferma più di tanto a leggere articoli scientifici, di dubbia provenienza. Nei suoi ricordi, prima ancora che fossero disponibili, c’è che i vaccini di Astra Zeneca e di Johnson & Johnson poi, sono stati come minimo mal-presentati (se non proprio denigrati), inizialmente mettendo in discussione la loro copertura e attualmente facendo suonare un campanello d’allarme circa una loro presunta pericolosità. Lui sa bene quanto si possano indurre delle  reazioni di massa, con poche e mirate informazioni fatte trapelare in modo selettivo e sommesso, affinché nell’isteria generale i Governanti attuino alcune scelte in luogo di altre. Non solo, si rende conto anche troppo bene che il chiedersi a chi giovino certe campagne mediatiche, possa essere un buon modo per confutare la gran massa di informazioni che (nel caos) celano la verità.

In ordine sparso, mischiando la sua memoria, delle semplici ricerche in rete, qualche comunicato ufficiale, dei dati e delle statistiche di studi effettuati, ha così ricostruito quanto successo. Premettendo che i governi non si sono mai  decisi a lavorare sulla tracciabilità del virus con uno screening di massa alla ricerca di anticorpi tra i cittadini (cosa che avrebbe ridotto la platea dei richiedenti una cura), è accaduto che: la più grande azienda farmaceutica mondiale, ha presentato e registrato, a tempo record, un vaccino di conservazione complicata e costoso; poco dopo, un’altra azienda presenta il suo rimedio, tecnicamente ed economicamente simile, ma si tratta di un concorrente piuttosto piccolo, incapace di competere con lei sui grandi numeri, che non viene lambito da polemiche. Però, al momento in cui un’azienda concorrente più pericolosa (ma con un fatturato che è già la metà del suo) propone il proprio vaccino, di più facile conservazione e dal costo decisamente più basso, ecco che appaiono diverse informazioni tendenziose, a minarne la fiducia (=presunta scarsa copertura) e a restringerne cautelativamente l’uso nella popolazione, dapprima sconsigliandolo ai vecchi e, attualmente ai giovani (escludendo casualmente proprio le fasce interessate, in quel momento, alla campagna vaccinale?); analoga sorte, di lì a poco, per il rimedio di un altro concorrente più importante, con caratteristiche simili e con la peculiarità di essere l’unico monodose, solo vagamente coinvolto nelle polemiche. A seguito della campagna denigratoria, la paura popolare ha portato molti cittadini a rifiutare gli altri vaccini e a richiedere il primo (il cui prezzo, nel frattempo è salito…). Non solo, in modo cautelativo diversi governi hanno bloccato, o limitato, l’uso del vaccino contestato e, per ora l’Unione Europea non rinnoverà il contratto per l’acquisto del vaccino più economico.

Tutto questo è accaduto malgrado le prese di posizione, gli studi scientifici che dimostrassero l’infondatezza delle notizie allarmiste diffuse. A chi abbiano giovato queste notiziole, credo che sia facile da capire. Chi le abbia fatte circolare, invece, non è cosa facile da dimostrare. Però, sicuramente  questa campagna mediatica ha danneggiato i cittadini che, vista la rimodulazione della campagna vaccinale (per insufficienza di dosi del vaccino più costoso, a fronte dell’inutilizzo dei più economici) hanno dovuto rimandare il loro appuntamento per la somministrazione. Dopo aver subito anch’egli il rinvio del proprio turno e una probabile limitazione nella possibile scelta del rimedio, L’Etranger è andato a ricercare in rete il risultato degli studi scientifici effettuati nel Regno Unito, dove hanno compiuto un altissimo numero di vaccinazioni: ha letto che la (bassissima) incidenza di trombosi rare, tra gli immunizzati coi vari tipi di vaccini è pressoché identica. Poi, per curiosità, è andato a ricercare notizie e statistiche sulle case farmaceutiche coinvolte nella vicenda ed ha potuto vedere quanto possa pesare economicamente ciascuna di queste e quanto sia il loro rapporto tra fatturato e utile, in miliardi di dollari: una cosa scandalosa. Infine ha letto anche che, sempre la casa farmaceutica più grande, sta sviluppando un farmaco per curare il Covid e che questo sarà pronto…grossomodo per quando si sarà conclusa la campagna vaccinale… C’è di che pensare, no?

L’Etranger

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