Nel cuore di Roma il cuore del cinema asiatico
Cos’è l’Asia, l’Oriente oggi? La sua relazione con lo storico predominio dell’Occidente sulla modernità artistica e tecnologica? O leggete i decisivi saggi di geopolitica sulla rivista di Lucio Caracciolo, Limes, o vi guardate un film di qualità proveniente dalla luce di Levante. In questi giorni potete andare a Campo de’ Fiori a Roma e sedervi su una poltrona del Cinema Farnese, una delle storiche sale del cinema di qualità in Italia in. Dal 7 al 13 aprile, infatti, è in scena il 19° Asian Film Festival.
Il cinema asiatico si è nutrito di tutta la tradizione del grande cinema d’autore e di genere del mondo, e già da tempo si presenta sotto una sua cifra stilistica, che pur nella variegata differenziazione delle vicende locali, stacca una propria impronta di originalità e innovazione. Una cinematografia che ci mette, non solo in contatto, ma dentro l’intimità geo-antropologica, umana, dei quotidiani traffici di passioni, misfatti, brame, aspirazioni, cadute, riscatti, in città e campagne incapsulate dentro la stessa sfera tecno-economica dei flussi mercantili, culturali, conflittuali in cui siamo tutti presi.
Quattro sono i paesi la cui cinematografia è scandagliata da questa rassegna. E i quattro saggi introduttivi del catalogo che presenta trame e sinossi ne illustrano con incisiva sintesi le ragioni di fondo. Giappone, Corea del Sud, Cina e Thailandia, con la loro più che consolidata base produttiva sia economica, sia artistico-propositiva di nuove offerte di genere e d’essai, costituisco ormai una rete di sismografi tra i più sensibili del mondo ai riverberi – consci, inconsci, aurorali – dell’animo umano alle scosse telluriche della criticità contemporanea. Delle vere e proprie embrionali movenze del futuro in formazione sotto i nostri occhi offuscati.
La rassegna si articola e si intreccia in tre posizioni delle opere al suo interno: Concorso, Fuori concorso e Newcomers. Queste ultime sono cioè di recentissima uscita, inediti e in anteprima nazionale sul mercato europeo e italiano. La programmazione a mosaico, ossia in successione alternata tra di esse, offre davvero la possibilità di un raro sguardo attraverso. Attraverso l’altro dentro noi stessi, i nostri giorni, il nostro fare, andare, soffrire, gioire. L’emozione-riflessione che come il sole che da Oriente accende il buio della notte e di una sala cinematografica per riverberare in noi ogni attuale tonalità ironica, drammatica, sentimentale, noir, d’azione, al cardiopalma o sensibilmente suadente.
di Riccardo Tavani