TERRA! FESTIVAL DI FOTOGRAFIA E CINEMA

silviaA Roma, nell’ambito delle iniziative dell’ESTATE ROMANA, dal 7 al 14 settembre ha avuto luogo il Festival della Fotografia e del Cinema dedicato alla cura di Madre Terra, una settimana piena di incontri, conferenze, mostre e proiezioni, organizzato nel parco Falcone Borsellino del quartiere Montagnola, dall’associazione culturale WSP Photography, la scuola di fotografia nata nel 2009 su iniziativa di un collettivo di fotografi ben ispirati.

 Anche il Comitato Parchi Colombo, impegnato da sempre nelle attività di cittadinanza attiva e nella riqualificazione delle aree verdi del quartiere, ha contribuito alla realizzazione del Festival dedicando l’attenzione ai quartieri Montagnola e a Tor Marancia. Tante le attività del Festival: laboratori di poesie e fotografia dedicati ai bambini, workshop sulla connessione tra fotografia e paesaggio urbano, laboratori condotti dalle associazioni del territorio come Parco della Torre e la Cooperativa Diversamente. Tutte le sere alle ore 19 appuntamento fisso con i “talk” dedicati all’urgenza di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali, inoltre presentazioni di libri e multimedia, come la rivista “Radar Magazine”, i libri dedicati ai problemi dei disastri ecologici e della sostenibilità come “Displacement” sul terremoto dell’Aquila, di Giovanni Cocco o “Terra Mala” sulla Terra dei Fuochi, di Stefano Schirato. Importanti anche i contributi di Terra Project sullo spopolamento delle tante aree italiane abbandonate per mancanza di lavoro e dimenticate dalla grande industria. Hanno aperto il Festival tre mostre fotografiche di fotografi di livello mondiale : Antonio Faccilongo premiato nel 2021 con il World Press Photo Story of the Year con la sua “Timber Mafia” riguardante il terribile fenomeno di disboscamento delle foreste europee; Fausto Podavini con “ Omo Change” premiato nel 2018 sempre dal WPP che ci porta a conoscenza del drammatico impatto della costruzione della grande diga Gilgel Gib in Etiopia; infine Dario De Dominicis, vincitore del Premio di Fotografia Etica 2020, con la sua personale “ To the left of Christ” sulla comunità brasiliana dei pescatori di Guanabara Bay vicino Rio de Janeiro. I tre famosi fotografi impegnati nelle loro ricerche sui temi ecologici e umanitari, si sono messi a disposizione per visite guidate in modo da spiegare le foto, conoscere le storie degli scatti e le motivazioni che li hanno mossi a fare quei reportage.

Importante nel Festival anche la presenza del grande schermo, con cinque proiezioni di documentari introdotti dagli autori: Daniele de Mari con “I villani” sui coltivatori naturali; Andrea Segre con il suo doc dedicato al porto di Marghera “Il pianeta in mare”; Matteo Tortone con “Mother Lode” sulla alienazione dell’uomo nei luoghi di lavoro come le miniere andine; Davide Crudetti con “Mingong” sul fenomeno delle migrazioni dei cinesi; Andrea Segre con “Po” che racconta lo straripamento del fiume negli anni Cinquanta.

Il filo conduttore che collegava le varie iniziative era quello di portare l’attenzione del pubblico sui temi di ecologia integrale che toccano le diverse dimensioni della vita sul nostro pianeta: la dimensione ambientale, quella sociale e quella economica, ma soprattutto la dimensione della persona alla ricerca della sua dignità perduta. In conclusione, emerge chiaro l’appello: Madre Terra ci chiede aiuto, dobbiamo fare del nostro meglio per cambiare lo stato delle cose e per sensibilizzare le coscienze addormentate. In questo Festival sono state evidenziate le pesanti pressioni economiche e politiche che hanno portato le terribili conseguenze negative che oggi si riflettono nei diversi ambiti della vita sociale e proprio grazie a linguaggi come quello poetico, fotografico e cinematografico è stato possibile narrare le storie vere dell’era che stiamo vivendo, denominata “antropocene” proprio a causa del potere decisionale dell’ “homo oeconomicus” responsabile di seguire solo i suoi interessi individuali e la massimizzazione del profitto. Un lavoro impegnativo ma graditissimo, uno sforzo ben motivato per rendere pubblico il trauma subito dalla Terra, un Festival che ha messo a fuoco le conseguenze delle trasformazioni a livello sociale ed economico delle varie comunità nel mondo e la necessità di prendere consapevolezza dei temi ambientali e di come sia necessario e urgente iniziare a prenderci cura del nostro pianeta.

 di Silvia Amadio