Mammona
In questo post vorrei tentare di essere almeno un pochino umile.
Qualsiasi discorso sul nostro tempo che prenda in considerazione l’Occidente come se fosse il mondo è ormai indietro di un’era rispetto alla realtà.
Noi ci siamo insteriliti allontanandoci dalle fonti sorgive della nostra cultura. Le ideologie sono marcite, si sono irrigidite, tutto si è polarizzato, e mentre noi soffocavamo in un modello di società invivibile il mondo è andato da un’altra parte.
Il mondo si è preso quello che gli serviva dall’Occidente e gli ha voltato le spalle, e oggi come oggi India, Cina, Russia, Africa, rappresentano modelli di capitalismo sempre più autocefali e impazziti che tendono sotto il calcagno miliardi di esseri umani.
Anche i migliori discorsi della miglior controcultura restano troppo parziali se non allargano lo sguardo e non si rendono conto che 7 miliardi di persone brulicano in megalopoli allucinanti sotto il giogo di sistemi politici ed economici sempre più autonomi e ostili all’Occidente.
Rischiano di mancare il bersaglio tutti quei discorsi, anche profondi e validi, che vedano in un presunto Sistema oligarchico occidentale la concentrazione di tutti i problemi del mondo di oggi.
Girando a piedi per le strade di Bangalore ci si rende conto che il problema è molto più ampio, pervasivo, strutturale, non riducibile ad una diabolica orchestrazione umana.
Il problema è mondiale, e il Diavolo, a governare, se la cava benissimo anche senza dipendere da burattini umani.
Siamo tutti, credo, accomunati dall’ attraversamento di una precisa fase storica a livello planetario: il passaggio dall’era Religiosa a quella Tecnica.
Questo sta dominando il mondo, non tanto gli oligarchi, i potenti, i politici umani.
Tutti questi soggetti saranno pure in prima classe, ma sono sul Titanic con tutti quanti noi, anche i più ricchi e potenti.
In India come in Europa tutti gli dei stanno morendo. Non nel senso che i templi indù non siano strapieni di fedeli che li riempiono di soldi ogni giorno, ma nel senso che oggi in India come da noi gli dei non riescono più a “fare mondo”, a orientare gli umani, a “spostare” nelle loro (nostre) vite.
Spostano i Soldi.
Questo è l’unico vero Dio al quale in tutto il mondo ogni giorno si fanno sacrifici umani, e i sacrificati siamo noi.
Il Denaro è l’Unico, solo Signore del Mondo, e questo va molto al di là dei potenti che sono al vertice della scala sociale, che magari saranno anche i primi dei vassalli, ma nessuno di loro ormai è più re.
È finita l’età dei Re.
Anche il denaro, tuttavia, sta già di fatto cedendo lo scettro ai mezzi, le tecniche, i dati, gli algoritmi necessari per incrementarlo sempre di più.
Andiamo verso un tempo di megalopoli impazzite con milioni di persone i cui veri Padroni non saranno umani, ma macchine.
Flussi di dati, AI, algoritmi, Biotecnologie, tecniche sempre più sofisticate che saranno in grado di orientare al millimetro la vita di ogni uomo sul pianeta. Questo è il futuro, che ci piaccia o meno, con questo dovremo confrontarci, in questo scenario dovremo saper restare umani, in città del genere cresceremo i nostri figli.
In India, Karnataka, Bangalore, continuano a dirmi che qui pochissimi meditano, praticamente nessuno tra la gente comune.
Anche in Andhra Pradesh mi dicono che la meditazione è roba per caste alte, rinuncianti speciali, persone fuori dal comune, ma per quanto riguarda la gente semplice la meditazione, mi dicono, non è un fattore, non incide, e in effetti non è così comune imbattersi in un centro per meditanti girando anche ore qui a Bangalore.
Domani tornerò a roma dopo quasi venti giorni indiani, e se mi chiedessero di descrivere l’India che ho trovato, mostrerei questa foto:
L’idealizzazione di una civiltà che forse non c’è mai stata sopra le teste delle persone reali, usata come slogan, e sotto un fast food all’occidentale, pieno però di cibo indiano.
Qui sono morti tutti gli dei, il Denaro è rimasto sul trono,
Le Tecniche per ottenere denaro dominano già e sempre più domineranno il mondo, questa è la realtà delle cose. Parlo con umiltà, secondo il mio punto di vista.
La grande chiamata qui, a questo punto, è per le spiritualità, il pensiero, la filosofia, le grandi e millenarie sapienze umane, e il punto è questo: sarà possibile creare spazi, oasi condivise di senso, comunità, missione, consapevolezza nel caos di questa civiltà globale? Sarà possibile creare una massa critica e consapevole che sposti gli equilibri e crei una sintesi culturale credibile in grado di farsi sentire e incidere sui processi umani globali?
Su queste domande, credo, l’umanità nei prossimi mille anni si giocherà la sua partita decisiva.
Giacomo Fagiolini