Lasciati morire nel deserto

Diminuiscono gli sbarchi, aumentano le morti nel deserto. Prima la tomba per migliaia di donne e bambini era il Mediterraneo, ora la tomba è il deserto libico o tunisino. Gli Stati “canaglia” sono l’Italia e l’Europa che hanno esternalizzato le frontiere. Pagano i governi di frontiera e di transito dei migranti per fermare la figa dalla guerra e dalla fame. Il nord del mondo condanna a morte il sud del mondo. Nel mare si muore di meno perché si muore di più nel deserto. Si muore di sete.

La denuncia di Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati. Tra gli abusi subiti dai migranti la tortura, la detenzione arbitraria, la morte per violenza, rapimento per riscatto, violenza sessuale, abusi di ogni genere, espianto di organi e riduzione in schiavitù per migliaia di persone. Tutto si consuma con il consenso “informato” dei governi che pagano e fanno accordi per fermare l’arrivo dei migranti.

Nel deserto si consumano le violenze più drammatiche sulle donne e sui bambini. Cancellati i diritti umani, gli accordi nefandi vengono pubblicizzati come accordi frontalieri di contenimento. Ma la verità secondo le agenzie ONU è che i giranti vengono spinti a morire nel deserto. Di fame e di sete. Di violenza e di schiavitù.

Nel report “In questo viaggio, a nessuno importa se vivi o muori” pubblicato dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, OIM, viene sottolineato che le persone che attraversano il deserto del Sahara sono più di quelle che attraversano il Mediterraneo. Si calcola che le vittime siano nel deserto siano il doppio di quelle che avvengono in mare. Il rapporto segnala che i pericoli,  molto meno documentati e pubblicizzati, che affrontano i migranti, in realtà sono di molto superiori a ciò che sappiamo. Le morti nel deserto vengono segregate. Le notizie non ci arrivano. Il tutto avviene nel silenzio complice degli Stati che controllano i confini del deserto, e del silenzio complice degli Stati europei che pagano per fermare i migranti sui confini.

Le ultime notizie ci aggiornano sulle violenze sessuali alle donne rinchiuse nelle carceri libiche o tunisine. Delle violenze sugli uomini. Della scomparsa di centinaia di bambini. Migliaia di persone vagano sotto il sole cocente. Migliaia di persone scompaiono, ridotte in schiavitù o usate per l’espianto di organi, comprati dalle cliniche private. Uccidere un povero per salvare un ricco. Forse quel ricco non passerà mai nella cruna di un ago, ma intanto vive, con gli organi di una persona che cercava la speranza di una vita migliore per se, per sua moglie e per i suoi figli, che ora giacciono morti con gli occhi sbarrati e la bocca riversa sulla sabbia.

Claudio Caldarelli – EligioScatolini