Sulla spiaggia di Edouard Manet

La bellezza di stare sulla spiaggia. Il sogno di sentirsi libero stando seduto vicino alla donna amata. Il volo di un gabbiano. Il fragore delle onde. L’orizzonte infinito lontano.

Sulla spiaggia, il dipinto di Edouard Manet realizzato nel 1873, ora esposta al Musée d’Orsay di Parigi.

La spiaggia, la spuma del mare, le barche in lontananza. Vestiti di tutto punto, lui, vicino a lei, anch’essa coperta senza lasciare nulla scoperto, legge. La curiosità ci spinge a domandarci cosa legge. Indossa un vestito ampio di colore marrone grigio, un cappello con un nastro leggero nero, legato a fiocco dietro la testa. Una velina gli copre il viso e le spalle. Vicino a lei, un po’ in avanti, un uomo seduto sulla sabbia guarda, immobile verso il mare. Anche lui vestito completo grigio scuro, un basco nero, da pittore, la barba nera e folta. Davanti a loro l’infinito della spiaggia. Piano piano entra nel mare, si perde, la spiaggia scompare come risucchiata dalla risacca. Il vento sulla linea dell’orizzonte spinge le barche, riempie le vele, sfumandole verso il cielo. La spiaggia è quella di Berck-sur-Mer, là donne che legge il libro sulla spiaggia, è la moglie di Edouard Manet, mentre l’uomo con la barba è Eugene, il fratello di Manet. Il quadro fu dipinto sulla spiaggia, sulla tela ci sono i granelli di sabbia.

Sulla spiaggia, rappresenta l’evasione dalla quotidianità. Loro sono lì fisicamente, ma mentalmente sono altrove, lontani dalla materialità della vita. Lontani dal caos quotidiano. Sono altrove. L’uomo si perde dentro di sé, c’è, ma non c’è per nessuno. È lì con i suoi sogni, con le sue emozioni. La donna usa il libro per assentarsi dall’essere presente. La brezza marina agita il mare, le onde il lontananza increspano il mare e il vestito di lei. Una scena di quiete, di presenza assente, di esserci essendo in altro luogo. Una poesia sullo stato d’animo che dona armonia e serenità.

Emanuele Caldarelli