Papa Francesco: Dio è con i migranti

“Oggi rimando la consueta catechesi e desidero fermarmi con voi a pensare alle persone che, anche in questo momento, stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza…” Papa Francesco nella udienza di oggi si rivolge al mondo per ricordare di come siamo tutti fratelli, di come voler bene ai nostri fratelli migranti che attraversano il mare e muoiono, affogati, o respinti, o non accolti.

“Mare e deserto: queste due parole ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte dei migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli. E quando dico mare, sottolinea il Papa, nel contesto delle migrazioni, intendo anche oceano, lago, fiume, tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro metà. E deserto non è solo quello di sabbia e dune, o quello roccioso, ma sono pure tutti quei territori impervi e pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi…”

Le parole del Papa ci riportano ai fili spinati della rotta balcanica, all’isola di Lesbo, ai confini del Messico, a Gaza, al deserto libico, alle violenze carnali, fisiche e psichiche cui sono sottoposti i migranti. La violenza sulle donne, sui bambini. Sono troppi ci fratelli che muoiono sotto il sole o nella pancia del mare. Ogni attraversamento è mortale. Le morti maggiori non sono registrate, non vengono segnalate, passano inosservate, eppure ogni giorno muoiono decine di persone, donne e bambini.

“Dio è con i migranti, respingerli è peccato grave…” Papa Francesco non usa mezzi termini, è diretto nel condannare le politiche restrittive dei governi, chiede giustizia e vie di accesso all’Europa. Vie sicure che si uniscano allo sforzo di contrastare i trafficanti di esseri umani.

“Per accompagnare il popolo nel cammino della libertà, Dio stesso attraversa il mare e il deserto; non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro. Il Signore è con i migranti, non con quelli che li respingono”.

Una denuncia forte, sociale e politica, contro coloro che non accolgono e respingono “c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”. Forse al governo Meloni fischiano le orecchie, forse, se ascoltano il Papa sanno che è riferito a loro. “Il mare nostum, dice ancora Francesco, luogo di civiltà, è diventato un cimitero. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati”. Il richiamo del Papa è fortissimo, si rivolge ai governi italiano e europeo, ribadendo di non lasciar morire persone innocenti, di salvare vite umane. Chiede, Papa Francesco, di essere umani con gli esseri umani. Ma i governi sono sordi, non sentono, anzi sono infastiditi dalle parole semplici, ma dure e forti, del Papa. Si professano cristiani e cattolici, ma si comportano come i peggiori esseri senza religione, senza credo, senza umanità. In quei mari, in quei deserti, non ci dovrebbero essere nessuno che muore, non ci dovrebbero essere violenze e respingimenti, ci deve essere amore per se stessi che è l’amore per l’altro, in quanto l’altro siamo noi. Uniamo i cuori, dice Papa Francesco, e le forze, perché i mari non siano più cimiteri, ma spazi dove Dio possa aprire strade di libertà e di fraternità.

Claudio Caldarelli –  Eligio Scatolini