Sparare a vista

In Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga vogliono uccidere 469 cervi. Licenza di uccidere cuccioli, madri e maschi. Lo chiamano “prelievo selettivo”. Il no degli ambientalisti e gli appelli contro questa barbarie non ha sortito effetto. La giunta abruzzese tira dritto. Il tariffario riportato da Il fatto quotidiano è il seguente: 50 euro per ogni cucciolo abbattuto e 250 per un maschio adulto. La mente ci riporta indietro nel tempo, alla storia di Bambi. Attimi di dolore affiorano nei ricordi del film. La morte della mamma di Bambi. Il rumore in lontananza di uno sparo e il piccolo si rende conto di essere rimasto solo. Senza più la mamma. Una scena raccontata anche da Paul McCartney, ex Beatles, che dice di aver capito, da quella scena, che la caccia non è una bella cosa.

L’Abruzzo, la regione verde d’Europa, non ricorda quella scena e autorizza la caccia selettiva. Abbattere 469 cervi, piccoli e adulti, in nome della tutela delle colture e degli incidenti stradali. Ma ci sono alternative meno cruente per tutelare i raccolti. Si possono spostare “le rupicapre” i camosci di montagna. Si possono portare in altre zone. Ma non la pensano così i membri della giunta abruzzese che hanno deliberato il cosiddetto “prelievo selettivo” per camuffare la parola “uccidere”, dal 14 ottobre al 15 marzo 2025. Nel mucchio ci sono 125 Bambi, cuccioli di cerbiatto che ancora si attaccano alla mammella della madre.

Le opzioni concesse ai cacciatori, secondo Il Fatto Quotidiano, sono di poter sparare ai baby cervi di pochi mesi e ai più giovani e adulti di due anni in caso di femmine, o dai cinque anni per i maschi. Per ogni Bambi ucciso, scrive Sarah Buono, c’è un premio in denaro da pagare ai cacciatori. 50 euro per i cuccioli, 100 euro per le femmine, 150 euro per i giovani maschi e 250 euro per i maschi adulti. Una vergogna. Le tariffe valgono solo per i residenti abruzzesi, per i non residenti si raddoppia la tariffa. Gli ambientalisti sono sul piede di guerra, il WWF Abruzzo ha lanciato una petizione raccogliendo più di 100 mila firme. “Una scelta scellerata e dannosa, una decisione che lascia attoniti: per accontentare i cacciatori, verso i quali presidente e vice presidente manifestano una sempre maggiore sudditanza…” il WWF è molto esplicito nel dire come stanno le cose. Hanno aderito all’appello, di manifestare contro questa scelta scellerata, decine di associazioni, ambientaliste e non, operatori culturali, turistici, cittadini, che chiedono al presidente Marsilio di ripensarci.

Donatella Di Pietrantonio, scrittrice abruzzese, vincitrice dello Strega 2024 si è schierata al fianco dei cerbiatti. Non uccidete le mamme di Bambi. Salviamo i cerbiatti. Troviamo soluzioni alternative. Ma la sua voce non viene ascoltata.

“…ho fatto un video-appello. Ma ho scritto anche in privato (al presidente Marsilio) e ho ricevuto una risposta standard inviata anche ad altre persone. Sono figlia di un contadino. Mio padre ha 88 anni, è ancora in attività e io lo aiuto a disporre il recinto elettrificato intorno ai campi di girasole per le incursioni degli animali selvatici. Conosco il problema, ma il punto è un altro. Mi rifiuto di pensare che nel 2024 dobbiamo ricorrere a provvedimenti così primitivi e barbari come l’abbattimento…. Sono orripilata, dice ancora Donatella Di Pietrantonio, dal modo con cui hanno previsto l’uccisione dei capi. Hanno affidato la gestione ai cacciatori, che hanno stilato un tariffario. Provo orrore nel leggere che si sparerà a cuccioli, a femmine gravide, e che a seconda della importanza dell’animale si pagherà di più o di meno, tutto ciò è disumano…”

L’orso marsicano e il camoscio d’Abruzzo sono i simboli del Parco e della intera comunità abruzzese, abbatterli è veramente una cosa disumana.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini