L’essere umano è un paradosso

“Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio. La vera tragedia della vita si ha quando gli uomini hanno paura della luce. L’uomo veramente cieco è quello che non vuole aprire gli occhi”. Così scrive Platone.

L’essere umano è un paradosso. Il paradosso di sé stesso. Può essere uomo solo quando supera se stesso. L’umanità manca a se stessa. Manca alla sua realizzazione come amore, bontà, generosità, fratellanza. L’umanità si lascia sfuggire la parte bella, intrinseca nel suo essere, per divenire ciò che non è. Per divenire rabbia, odio, gelosia, possesso, avidità.

Le persone pensano di essere umane, ma non lo sono. Lo sono nella materia, nella carne, nella fisicità, ma falliscono nell’essere spirituali, nel sentire e vivere ciò che di più bello è racchiuso in esso. Questo il paradosso, di non essere ciò che si è, per essere ciò che non si è. La vita vissuta in modo capovolto, dove il male viene scambiato per bene, e, il bene scambiato per male. Tutto viene rovesciato, anche le emozioni più naturali, come guardare un fiore, un tramonto, la pioggia che cade. Nessuno vede il bello. L’oscurità avvolge la mente e rende ciechi.

L’umanità ha bisogno di luce. Può vivere della luce propria, concentrandosi per scoprirla, viverla, vederla. Tutto è luce quando si aprono gli occhi e ci si emoziona per cose altrimenti insignificanti. Il divenire ci aiuta ad essere persone nuove, che vivono con sé stessi a contatto con gli altri se stessi. Il divenire non è mai scontato, acquisito, ecco dove miliardi di persone sono bloccate.

Una rosa nasce rosa in quanto rosa, non l’umanità! L’umanità ha una caratteristica speciale, è nata per divenire, per superare le barriere dell’oscurità. Deve evolversi in un processo infinito.

Friedrich Nietzsche ha detto “Sfortunato sarà il giorno in cui l’uomo non guarderà più oltre se stesso, allorché l’uomo sarà soddisfatto e appagato di sé, allorché la freccia dell’aspirazione umana non tenderà più verso una stella ignota, allorché l’uomo penserà: questo è tutto ciò che è possibile”. Questo è il giorno più sfortunato della umanità. E questo giorno esiste dalla notte dei tempi.

Sta a noi cambiare, invertire questo paradosso, camminando sul sentiero del divenire, dell’essere, del sentire, del vedere ciò che normalmente non si vede. Scacciare il buio e cercare la luce.

Emanuele Caldarelli