Disarmo e pace

“Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?”

Così Papa Leone XIV nella udienza di alcuni giorni fa. Ha usato parole durissime per condannare la guerra e le folli spese del riarmo, aumentate, in Europa, al 5% del Pil. Il Papa si è rivolto a tutti, non solo all’Ucraina ma anche “alla situazione tragica e disumana di Gaza” e al Medio Oriente “devastato dal dilagare della guerra”. Parlando al mondo, a un intero sistema politico che rischia di restare impigliato in quelli che definisce “i tentacoli del potere”.

Il caso ha voluto che poche ore prima del discorso del Pontefice, i Paesi NATO riuniti all’Aja avevano approvato un aumento delle spese militari, cioè armi da guerra, al 5% del Pil di ogni Stato aderente, Italia compresa. Una cifra astronomica, migliaia di miliardi tolti ai servizi sociali, alla sanità, alla scuola, alla accoglienza, agli anziani, insomma miliardi per le armi, tolti alle famiglie più povere.

Nel rapporto della Caritas la povertà in Italia è in aumento, milioni di famiglie non hanno il necessario per una vita dignitosa. Migliaia di anziani rinunciano alle cure non avendo i soldi necessari per le visite mediche o medicine. Una situazione drammatica. Sempre più famiglie, dice la Caritas, si rivolgono alle mense della carità per avere un pasto decente. Eppure, l’Europa approva di destinare il 5% del Pil alle spese per armamenti. La NATO che si è divisa sulla condanna a Israele, si è unita vero l’obiettivo di trovare i soldi da investire sulla difesa, che non è difesa, ma acquisto di armi americane, facendo un grosso favore a Trump.

Si imbocca la strada della guerra, lasciando la strada del dialogo e del compromesso, della soluzione diplomatica, perché? “Ci troviamo difronte a un cambio di paradigma che sta favorendo una regressione collettiva delle relazioni internazionali, dice Fabrizio Battistelli, professore di sociologia, questo fenomeno va avanti almeno dal 2001 e si alimenta oggi attraverso una serie di traumi che a loro volta favoriscono risposte aggressive tipiche delle grandi potenze”.

Leone XIV nel suo discorso sottolinea il passaggio di una epoca delle democrazie alla epoca delle grandi potenze “la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza”. Un paradosso che porta il mondo sulla soglia della terza guerra mondiale. Pax Christi dice “ciò per cui sono davvero indignato è che si usa il mondo non per cercare soluzioni, sedendosi attorno a un tavolo, mettendosi nei panni dell’altro e ascoltandosi a vicenda, bensì per indicare come unica strada quella della guerra e, come dice Papa Leone, dei mercanti di morte. Papa Francesco definiva la corsa agli armamenti una follia. E lo diceva nel 2002 quando si diceva di aumentare al 2% del Pil, la spesa per le armi. Oggi dopo solo tre anni siamo già al 5% del Pil”.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini 

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