Ripudiare la guerra per costruire la pace
Siamo al pensiero unico che rimuove la memoria storica. Siamo al non pensiero che addormenta le menti e fa leva sugli aspetti emozionali. Sui mezzi di informazione abbondano retorica, menzogne e ipocrisia. Tutti rincorrono la guerra, sostenendola con gli aiuti militari, l’invio delle armi e l’aumento delle spese militari.
Una vergogna!!! Urla Papa Francesco, inascoltato e censurato.
Titoloni che parlano di democrazia e di etica, sostenendo poi il contrario dei principi etici della democrazia, che non si basa sull’uso della forza e delle armi. Siamo contro la guerra. Siamo contro l’invasione della Russia. Siamo contro l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia. Ma dire questo non basta a costruire la pace. Nel paese cattolico per eccellenza, viene rimossa da gran parte della stampa, asservita alle lobby delle armi, la dichiarazione del Papa, il suo vergognarsi dell’aumento delle spese militari, pari al 2 per cento del Pil.
Aumentare le spese militari del 2 per cento del Pil, significa passare dagli attuali 25 miliardi di euro a 39 miliardi di euro, cioè, per intenderci, 104 milioni di euro al giorno. Che la guerra, per sua natura, non possa avere regole, ne limiti, l’aveva ben capito Albert Einstein. È lo strumento della guerra ad essere un crimine contro l’umanità. È lo strumento della guerra ad essere contro il creato. Come ripete ogni giorno, inascoltato e censurato, Papa Francesco. La guerra si può abolire, con il disarmo, riconvertendo l’industria bellica e militare, in industria di pace che produce pane, acqua, scuole, ospedali, medicine, assistenza e accoglienza. La guerra si può abolire con un salto di coscienza civile, con l’affermazione della cultura di pace, della convivenza civile, di una diversa visione del mondo basata sulla redistribuzione e non sul profitto.
Invece siamo ormai alla cultura e a un’economia di guerra, in dispregio della nostra Costituzione che “ripudia la guerra”e in palese contrasto con quanto diceva Sandro Pertini, presidente-partigiano, di svuotare gli arsenali e riempire i granai. Se si vuole veramente costruire la pace, non si possono aumentare le spese militari. Se si vuole ripudiare la guerra, non si possono aumentare le spese militari. Se si vuole abolire la guerra, non si possono aumentare le spese militari.
Anche questa guerra, di aggressione della Russia contro l’Ucraina, che poteva e doveva essere evitata, non è più grande, più mostruosa, più violenta è inutile di tante altre, (Palestina, Afghanistan, Siria , Iraq, Yemen, Libia, Kurdistan, Kosovo, Libano, Turchia, Israele, Iran) è solo più vicina a noi. Questo ci spaventa.
I profughi, milioni di donne e bambini, che scappano dall’Ucraina bombardata, non sono diversi dagli altri profughi che provengono da paesi lontani e che non facciamo entrare, costruendo muri ai confini con la Polonia, l’Ungheria, respingendoli, facendoli morire di freddo e stenti. I profughi che vengono da lontano non sono vittime delle nostre bombe “democratiche” che inviamo camuffate da aiuti umanitari.
Si dice di voler costruire un esercito europeo, quando non abbiamo ancora costruito un’Europa dei Popoli, politica e sociale e una qualsiasi politica estera condivisa. Serve un esercito europeo a difesa della Europa della finanza, del profitto e dei consumi che inquinano causando danni irreparabili all’ambiente e al clima.
Il rischio che il conflitto si espanda è reale, ogni giorno di più. Fermare la guerra e costruire la pace dovrebbe essere la base di riferimento culturale, etico, politico e morale del governo italiano. Invece il governo Draghi, sostenuto da una ampia maggioranza, da sinistra a destra, ha scelto l’invio di armi e un “vergognoso” indecente riarmo con l’aumento del 2 per cento del Pil.
Occorre ripensare, costruire un mondo di Pace multirazziale, multiculturale, multipolare. Se si vuole fermare la guerra è affermare la Pace, l’unica cosa da armare sono le coscienze, usando le armi della morale e dell’etica, riscoprendo i valori che ci sono propri, della “sorellanza” e della “fratellanza” per condividere la gioia del creato nella eguaglianza sociale e dei diritti. La Pace si costruisce con la Pace.
di Claudio Caldarelli e Eligio Scatolini