L’alba del giorno dopo
Ho sempre pensato che la vera alba sia quella del giorno dopo capodanno. La prima alba dell’anno non si gode mai veramente perché i festeggiamenti annullano le percezioni dei sensi.
Due gennaio 2019, sono ancora a letto crogiolandomi nel caldo del piumone aspettando la sveglia per andare al lavoro. Stavolta l’anticipo non la faccio squillare e mi alzo stropicciandomi gli occhi tentando di connettermi con il mondo. Percorro i metri che mi separano dalla cucina come un automa. Preparo la moka per il caffè. Odio le cialde preferisco la vecchia caffettiera. Quasi ci fosse un dialogo tra me e lei quando borbotta. Mentre l’odore del caffè mi penetra nel naso e facilita il mio risveglio cerco la mia tazzina preferita per versarci il liquido nero, lo sorseggio e penso alla mia giornata.
È iniziato il mio risveglio nel corpo e nella mia anima.
Apro le persiane e ai miei occhi appare un’alba meravigliosa. Rimango per alcuni istanti affascinata, sento il sapore del caffè appena bevuto più buono del solito. Vorrei in cuor mio fermare il tempo e continuare a godere di questa alba di pace e tranquillità. Non voglio dimenticare queste sensazioni, voglio fissarle nel tempo e il mio pensiero corre alla mia Pentax di cui non ricordo mai il modello. Mi precipito a prenderla.
Non la trovo. Rovisto nell’armadio, nel baule, nel ripostiglio. Niente e intanto i secondi passano, diventando pericolosamente minuti, facendo svanire quell’incanto della natura coinvolgente e romantico. Poi la trovo, eccola ancora con la batteria carica per fortuna. Corro alla finestra e scatto. Uno due tre… cinque scatti.
Ancora ho il sapore del caffè in bocca. Mi vengono alla mente le parole di William Shakespear “Dolce è l’alba che illumina gli amanti” e di Victor Hugo che ha scritto “L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero”. Queste frasi mi rimbalzano in testa mentre cerco di raccogliere le energie per il risveglio.
L’alba del nuovo giorno si è manifesta in una fantasia cromatica di giallo, rosa confetto, azzurro e arancione di cui ho fatto il “pieno” nel cuore e nella mente. L’inizio del giorno, il sorgere del sole, quando la natura è ancora addormentata, è una sensazione che rapisce estasiando. È un miracolo che puntualmente si rinnova giorno dopo giorno nella diversità dei colori e delle sfumature. Giochi di luce che catturano gli occhi e che fanno ascoltare quello che il cuore racconta.
Farò tardi al lavoro. Poso la mia Pentax, di cui non ricordo mai il modello, sulla libreria vicino al libro di Letizia Battaglia “Diario”. Letizia è una famosa fotoreporter italiana le sue foto di mafia scattate hanno raccontato di più delle parole scritte. Da oggi la mia Pentax la metterò sempre lì.
Scappo al lavoro, l’alba del giorno dopo ha già lasciato il posto al giorno. È strano ma ho ancora il sapore del caffè in bocca e la pace nel cuore.
Foto e testo di Giuliana Sforza