Genocidio per fame
Genocidio per fame. Non ci sono altri termini per definire ciò che avviene in Palestina. L’esercito israeliano non permette nessun tipo di aiuto umanitario. Il popolo palestinese muore di fame, di sete, per mancanza di medicine. Tutto bloccato alle frontiere. I convogli umanitari sono fermi. Centinaia di camion con generi di prima necessità fermi.
Il Financial Times rilancia l’allarme delle ONG, Israele usa l’arma della fame.
Le Monde scrive: Israele vuole il caos.
Due tra i più noti e prestigiosi organi di stampa europei sulla tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza, in Palestina.
Il 29 febbraio una strage senza precedenti durante la distribuzione di aiuti alimentari, sono stati uccisi 118 palestinesi. “Una conseguenza del caos che Israele ha portato in questo territorio. La carestia rischia di uccidere milioni di palestinesi. Ogni giorno che passa rivela le sofferenze dei palestinesi e anche ciò che è diventato lo stato di Israele. Sempre il 29 febbraio il numero di morti palestinesi, tra cui migliaia di bambini e donne, ha superato i trentamila…” scrive RemoContro
Save the children afferma che “ Gaza assiste inerme a un’uccisione di massa di bambini al rallentatore, perché non c’è più nulla da mangiare”.
Il quotidiano israeliano Haaretz rivela che 27 detenuti palestinesi della Strisica di Gaza, arrestati senza accuse, sono morti o sono stati uccisi “in condizioni misteriose” mente erano in custodia nella base di Sde Teiman, la base Anatot a Gerusalemme, o in altre strutture israeliane.
Il caos orchestrato militarmente da Israele non raggiunge nessun obiettivo che si era imposto: eliminare Hamas e liberare gli ostaggi. Una operazione militare che sta perpetrando un vero e proprio genocidio di un popolo, il popolo palestinese. Bombe, su bombe. Distruzione e macerie. Tutto raso al suolo. Blocco degli aiuti. Fame. Fame. Fame. Trentamila morti palestinesi civili, donne e bambini in maggioranza. Coloro che non muoiono sotto le bombe, muoiono per mancanza di cure, per fame, per sete, muoiono a migliaia, nel silenzio assoluto della Europa e della America di Biden.
Voglio anche abolire l’Unwra, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che svolge un ruolo fondamentale a Gaza.
Tel Aviv vuole il caos, scrive Le Monde, gli alleati di Israele, a cominciare dagli Stati Uniti, che armano lo stato ebraico senza preoccuparsi dei crimini di guerra che sta commettendo, come anche i paesi europei, devono prendere una posizione chiara.
Possono continuare a sostenere la strategia israeliana, che punta a ripristinare (con condizioni molto peggiori) la situazione precedente al 7 ottobre, quando la Striscia era soffocata con un impietoso blocco terrestre e marittimo e la Cisgiordania era devastata dalla colonizzazione israeliana. Le Monde scrive cose molto chiare e prosegue, ma possono anche decidere d’imporre un nuovo rapporto di forze, riconoscendo che la protezione dei civili, in una terra su cui Israele non ha alcun diritto riconosciuto a livello internazionale, è essenziale per una soluzione politica. Una svolta di questo tipo è difficile, soprattutto dopo anni di vile disinteresse. Ma l’alternativa sarebbe rassegnarsi alla vergogna.
Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini