LA DISCESA AGLI INFERI DI CRISTO

È sconvolgente quanto accadde e accade questa Notte. 

Accadde a Gerusalemme 2000 anni fa, e ora accade nei Cuori di chi si apre al mistero, e forse non solo, che lo vogliamo o no. 

Che lo vogliamo o no, Dio è Morto. 

Dio è Morto e noi l’abbiamo ucciso, abbiamo liberato la Terra dalla catena del suo Sole. 

Gesù morì, fu sepolto, e in questa notte egli discende agli Inferi, per liberare gli umani dalle sofferenze e dalla prigionia dell’Inferno. 

Non mi sento all’altezza di continuare a parlare, e la grandezza di questo evento mi sconcerta, zittisce e annichilisce completamente. 

In un’antica omelia Pasquale si legge: 

“Che cosa è avvenuto? 

Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.

«Il mio costato – dice il Cristo – sanò il dolore del tuo fianco. 

Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso.

Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. 

Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono»”. 

Il futuro del cristianesimo si gioca tutto su questa realtà: su quanto riusciremo a realizzare la potenza inaudita di questo mistero nel concreto delle nostre esistenze personali. 

Che cosa ci dice questo mistero? 

Qual è la luce di questa Notte? 

Con umiltà, provo a dire che la Discesa agli Inferi del Cristo ci parla di una dimensione, nello Spirito, dove non viene sconfitta soltanto la morte, ma la stessa Dannazione. 

Gesù, così come pianse per il suo amico Lazzaro, non accettò la sua morte e lo liberò dalla sua morsa, allo stesso modo non accetta che vi siano dannati, non accetta che anche una sola persona possa restare nella prigionia infernale, e così discende nell’Ade, ne scardina le porte, e viene a portare in Paradiso ogni persona che, gemendo, aspettava soltanto di potersi aprire al suo amore, compresi, come ci dice San Pietro nella sua lettera, quei popoli antidiluviani che nella genesi venivano condannati e sterminati dal diluvio.

Gesù non accetta le Leggi della Religione. 

Gesù non accetta che i supplizi delle pene infernali siano eterni per queste anime disponibili al suo amore, e le libera da essi. 

Gesù vìola le porte dell’Inferno, quasi, tremo a dirlo, forse, dimostrandone la natura provvisoria e non fatta per l’eternità. Almeno speriamo. 

Vìola le porte dell’Inferno e porta in cielo persone che la legge, la religione, dava per dannati e per spacciati. 

Da bambino, ricordo, una volta venni ripreso da un sacerdote perché mi entusiasmai immaginando Gesù uscire dagli inferi con in braccio tutti i primogeniti bambini egiziani, innocenti e uccisi al tempo dell’Esodo dall’Angelo del Signore. 

Il prete si arrabbiò ma secondo me avevo ragione. 

Gesù non accetta che vi siano realtà che possano non portare, in definitiva, all’Unità con Lui e all’Amore, ed anche le realtà infernali egli le vìola, le annienta, le domina, le scardina, e riducendo al nulla ed in ginocchio i demoni 

egli trasfigura persino l’Inferno in una porta per il Paradiso. 

Io sento fortissima, però, l’esigenza di chiedermi: ma questo che significa poi nella mia vita? Che significa questo per me oggi, ora?

Significa che io ho avuto problemi gravi con l’ansia da quando ho 18 anni, ma che, non nonostante ma proprio GRAZIE a questo Inferno, ho potuto dare all’ultimo mio viaggio in India un valore e una preziosità che non avrebbe mai avuto senza la grazia che questi demoni sono paradossalmente e loro malgrado stati per me. 

Significa che non c’è negatività

non c’è dolore

non c’è tradimento

non c’è fallimento 

non c’è timore

non c’è ansia 

non c’è patologia mentale 

non c’è malattia 

non c’è depressione 

non c’è sofferenza 

non c’è male 

non c’è dolore 

non c’è diavolo 

non c’è morte 

non c’è Niente.

Che Gesù non possa trasfigurare in un segno folgorante del Suo Amore nella Nostra Vita. 

Gesù è sul serio il Sole eterno e la Vita che irrompe nelle Tenebre della storia e ogni uomo, prendendo la luce da Lui e partecipando a Lui che è La Luce, può a sua volta, ardendo nella sua unicità e nella sua libertà, divenire per gli altri La Luce del Mondo. “Voi siete la Luce del Mondo!”

Per questo ti prego, amen. 

Giacomo Fagiolini

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