Peggio di così… si muore

Peggio di così…si muore. Infatti dal 1 gennaio 2024 sono morti sul lavoro, ad oggi, 184 lavoratori e lavoratrici. Ma il numero è destinato a cresce ogni giorno. Un macabro record. Contare i morti sul lavoro ogni giorno. Uno, due, tre, quattro, cinque, ogni giorno e siamo solo ad inizio anno.

Le vittime di femminicidio, dal 1 gennaio 2024 ad oggi, sono 19, il numero è destinato a crescere, ogni giorno per tutti i giorni. Le donne vengono uccise dai loro mariti, compagni, partners, comunque li chiami, uccidono le donne con cui hanno condiviso una parte della loro vita. La furia animale degli uomini si abbatte sulle donne, ogni giorno. Una al giorno, due al giorno, tante, tantissime, troppe. 

Peggio di così…si muore. Si, peggio di così si muore. E quando non si muore ci pensa la polizia a manganellare gli studenti che manifestano pacificamente. Se non si muore sui cantieri o accoltellate dai mariti, c’è sempre il manganello che ci riporta al ventennio, anche quando pensavamo che quella epoca era passata. Forse non è mai passata. Forse la politica del manganello c’era anche con i governi di centro-sinistra. Ma se usavano il manganello, forse di sinistra non avevano niente. Ora il governo è di destra e il manganello è nella loro natura, forse. Forse si. 

Peggio di così…si muore. È vero, ma decine di donne venivano accoltellate anche prima del governo di destra. Venivano accoltellate perché la violenza maschile, patriarcale, non ha appartenenza politica, si manifesta in tutta la sua atroce disumanità con qualsiasi governo.

Peggio di così…si muore. Ma i lavoratori e le lavoratrici morivano anche prima sul lavoro, anche quando al ministero  del Lavoro c’era un ministro “amico” di sinistra. Ma amico di chi? Se morivano lo stesso più di mille lavoratori l’anno, precisamente 1208 nel 2022. Erano  cento morti al mese con il ministro “amico” di sinistra. 

Ora aspettiamoci il peggio. Ma tanto peggio ci così…si muore. Infatti muoiono, di femminicidio le donne o cadendo dalle impalcature o schiacciati sotto i crolli, i lavoratori.

Ma torniamo ai manganelli, quelli si che fanno male sulla schiena degli studenti, sulla testa delle ragazze, sui genitali dei ragazzi. Ma c’erano anche prima le manganellate “amiche” di sinistra, ma forse non ci facevamo caso per non essere sempre contro.

Peggio di così…si muore. È vero e tutti ne siamo consapevoli. Come siamo consapevoli che coloro che sostituiranno questo governo non faranno meglio di questo governo, per fermare la mano omicida degli uomini contro le donne, o per fermare la drammatica processione dei morti sul lavoro. Saranno sempre più di mille. Cento al mese, con il governo dei manganelli di destra o con il governo dei manganelli (che facevamo finta di non vedere) dei governi “amici” di sinistra.

Peggio di così…si muore. L’anno scorso, la strage di Cutro, in Calabria, morirono 94 migranti di cui 34 minori. Era il 26 febbraio 2023. C’era un governo di destra.

Ma il 15 febbraio 2015 nella strage di Lampedusa morirono più di 200 migranti, 330 dispersi, decine di bambini. Al governo c’era un governo “amico” di sinistra.

Peggio di così…si muore e si continua a morire.

Voglio bene alla Cgil, a Landini, per questo è giusto ricordare il 9 ottobre 2021 quando è stata assaltata la sede nazionale della Cgil c’era un governo “amico” un po’ di sinistra dicevano. Poi, in questi giorni, venerdì 23 febbraio hanno distrutto la vetrata della sede Cgil di San Donà in Veneto: c’è un governo di destra. Ma la Cgil dava fastidio prima e ancora di più adesso, perché rivendica e lotta per i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori, degli studenti, delle donne e dei pensionati. 

*31 gennaio 2018 la polizia manganella operai della Gdn di San Cipriano.

18 novembre 2009  manganellati i lavoratori Alcoa

30 dicembre 2021 manganellati operai Brivio.

27 novembre 2022 manganellati operai a Rieti.

Cito solo alcuni casi di uso improprio del manganello contro lavoratrici e lavoratori, ma la lista è lunghissima. Ed è una lista di destra ma anche di sinistra.

Peggio di così…si muore. 

Claudio Caldarelli