COMPLICI E COLPEVOLI
Pescasseroli 11 Agosto, nel cuore del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, all’interno della manifestazione “Pescasseroli legge” ideata e diretta da Dacia Maraini, Nicola Gratteri presenterà il suo ultimo libro, “Complici e colpevoli” scritto insieme ad Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni mafiose. Il libro è un atlante della geografia ‘ndranghetista in alcune regioni dell’Italia settentrionale ed anche un invito, forse un grido di allarme, affinché nessuno pensi di essere esente da infiltrazioni malavitose. La ‘ndrangheta, nello specifico, di cui è forse il massimo esperto, ha cambiato i suoi modi di azione ed è in condizione di controllare l’economia per vie pseudo legali. “Le mafie non solo sono forme di criminalità, ma sistemi di potere che dialogano con altri poteri e che hanno bisogno di legittimazione, di riconoscimento e di accettazione sociale”.
L’incontro si svolge all’interno di una tensostruttura più che raddoppiata rispetto agli incontri precedenti, a testimonianza dell’importanza attribuita all’evento. In essa trovano posto un migliaio di persone. È grande, ma non abbastanza da contenere tutti i partecipanti. Molti devono assistere in piedi, ai lati della struttura protettiva che, non piovendo, può rimanere aperta. Proprio per questo quando Gratteri arriva ed entra nel parco in cui è eretta la struttura che ospita il pubblico e si dirige, passando esternamente, verso il palco, è visto immediatamente. È arrivato Gratteri, è il mormorio. Alla sua vista uno scroscio di applausi nasce spontaneo tra il pubblico.
Durante l’incontro si affrontano molti temi: del sistema carcerario e relativi problemi, di sanzione adeguata alla infrazione/reato, e quindi della necessità di riformare il codice; dell’incapacità della classe politica di dialogare con la società civile, di interpretarne le esigenze, di esserne rappresentativa. La costante diminuzione della partecipazione al voto e alla vita politica, sempre più considerata una professione a tutti i livelli e non un impegno per il bene della polis. La collusione tra i poteri legali e il potere mafioso coinvolge anche le gerarchie ecclesiastiche e il ‘basso’ clero: ossequi ai capimafia durante le processioni, preti uccisi con le armi in mano o condannati per partecipazione ad organizzazioni mafiose. Si parla anche di come sia possibile combattere, contrastare il diffondersi del potere mafioso attraverso una presenza dello Stato soprattutto nelle zone più degradate, dove manca il lavoro, i servizi, l’assistenza ai più deboli che, se lasciti soli, possono essere preda delle sirene/assistenza mafiosa. Lo strumento principe della lotta a tutte le mafie è individuato nella scuola, nell’istruzione, nell’educazione. Questa è l’arma più potente che lo Stato ha a sua disposizione per sconfiggere la mentalità mafiosa; è dall’interesse autentico per la scuola che si può valutare la reale volontà di contrastare la rapacità delle organizzazioni mafiose, la loro insaziabile volontà di potere e di denaro.
Una lunga coda per la firma delle copie e, durante l’attesa, la conferma del significato dei tanti applausi che hanno interrotto il racconto di Gratteri e accolto la lettura di alcuni brani tratti dal libro: la voglia di legalità, di pulizia, di onestà che pervade larga parte della società civile che il pubblico presente rappresenta; è anche emersa la considerazione di cui gode Nicola Gratteri, una persona sorridente, cordiale, che ha trovato il tempo di scambiare qualche parola con chi lo voleva. Un uomo che con parole ben comprensibili, chiare, ha saputo spiegare la peculiarità della ‘ndrangheta, le sue modalità di azione con esempi concreti, l’importanza e la funzione dei legami famigliari, la sua struttura organizzativa.
Un rappresentante delle istituzioni che le istituzioni stanno lasciando solo, il cui impegno bisogna conoscere e sostenere.
Il suo ultimo libro è un accurato lavoro e una testimonianza ben documentata di uno ‘Stato altro’, sommerso, parallelo e criminoso che bisogna combattere.
Leggerlo può essere istruttivo per ognuno di noi, e anche un impegno.
di Corrado Venti