Sillabe di fuoco

“La bruma densa, eterna/perché io scordi dove mi ha scagliato il mare/con l’onda sua di sale. La terra a cui io giunsi/non ha una primavera: ha una sua lunga notte/che materna mi occulta.

Il vento intorno a casa fa una ronda/di pianto e di urlo, e infrange, come un vetro, il mio grido.

E sul bianco pianoro, di infinito orizzonte, guardo morire immensi tramonti dolorosi”.

Gabriela Mistral, prima autrice latinoamericana a essere insignita del premio Nobel per la Letteratura. La poetessa cilena si rivela con questa raccolta “Sillabe di fuoco”, la più completa disponibile in lingua italiana, nelle sue tante riflessioni, ricerche e approfondimenti di voci e timbri. 

Una sonorità poetica, quella di Gabriela Mistral, che ci accompagna alla scoperta di un mondo tenuto ai margini e spesso vessato dalla cultura dominante del potere dittatoriale. La sua lirica declina tutti i casi del sentimento umano, dall’idillio amoroso all’indagine sull’aldilà, dalla sofferenza dello sfruttamento al dolore della libertà repressa. 

Nei suoi versi, la Mistral racconta l’infanzia ma anche il forte legame con la terra che sembra riflettersi nelle forme scarne, nella musicalità e nel simbolismo di un’opera che in Cile e all’estero rappresenta un autentico monumento letterario.

“Ci sono terre che ricordo/ come ricordo la mia infanzia. Sono terre di mare o fiume/ di acque, pianure e pascoli…mi han tratto a terre senza fiumi/terre-Agar, terre senz’acqua: Sare bianche e Sare rosse…”

Gabriela Mistral, pseudonimo di Lucila Godoy Alcayaga, nata a Vicuna, il Cile, nel 1889 è morta a New York nel 1957. Insegnante pedagogista, il suo nome è un simbolo di aspirazioni idealiste di tutto il mondo latinoamericano.

Emanuele Caldarelli