Marco Sonaglia: la musica sincera

“Ciò che conta è anzitutto la sincerità e la necessità di ciò che si deve dire. Non bisogna tradirla in nessun modo, e tanto meno tacendo diplomaticamente per partito preso”. Pier Paolo Pasolini in Lettere luterane, coglie l’aspetto essenziale di quello che oggi rappresenta la musica autoriale di Marco Sonaglia. L’atteggiamento realistico, contestuale e nel contempo rilassato, consente di assaporare “la bellezza umile” di canzoni che raccontano storie altrimenti dimenticate. Marco Sonaglia non solo ci riporta alla memoria un passato da non dimenticare, ma spinge in avanti la sua ricerca musicale cantando per gli ultimi, per i nostri fratelli d’oltreoceano che fuggono dalla fame, dalla violenza  e dalla guerra.

Dal palco organizzato dall’Anpi e altre associazioni in occasione della ricorrenza del 25 luglio (pastasciutta antifascista) Marco Sonaglia lancia un ponte  di solidarietà verso popoli che subiscono i massacri della guerra. Canta contro il genocidio in corso a Gaza, canta per le donne vittime di violenza, per i morti sul lavoro, per i migranti rinchiusi a Lesbo e tenuti prigionieri dentro lager di antica memoria. Gli stessi lager del nazismo ora costruiti in Libia, in Tunisia, ma anche nella Grecia europea dell’isola di Lesbo, per arrivare all’Albania. Qui, sotto gli ulivi del giardino della chiesa sconsacrata di Santa Maria ad pontem, ogni foglia è una nota, alla quale Marco Sonaglia dà voce. La voce degli ultimi, come ricorda Papa Francesco, la voce di noi fratelli tutti, necessità di un missionario laico, senza veste sacerdotale, ma con la sua maglietta rossa con su scritto Stalingrado. La chitarra non smette di suonare, il tempo si ferma ma scorre sulle note della strada e delle arti. L’arte magica di Marco Sonaglia che regala la bellezza delle cose nascoste invitandoci ad ampliare i nostri orizzonti per arricchire la nostra vita. La musica folk è la nostra appartenenza radicata ad una concezione forte della solidarietà basata sull’antifascismo militante, che ci unisce e ci fa sentire parte di una speranza,  in cui il valore della vita non è dato dal denaro ma dalla umanità che siamo in grado di esprimere con il nostro agire. Marco Sonaglia è tutto questo, ma tanto altro ancora. Un cantautore pieno di sorprese, di-peso, come ironicamente si autodefinisce, ma l’eleganza con cui padroneggia la chitarra, i movimenti garbati e la voce, fanno di lui un artista unico nel suo genere, in grado di fondersi nel ritmo e nei testi che ascoltiamo. Assolutamente Marco. Assolutamente l’eco del cuore dentro il cuore di ogni spettatore. La forza della rivolta, della ribellione, la rabbia, il pugno alzato, e tanta tanta passione che si evolve in ogni canzone, trascinando il pubblico a cantare in coro, così come lui li interpreta, gli immortali testi come “oltre il ponte” di Italo Calvino. Marco Sonaglia sorride, guarda, scruta, osserva, alza la chitarra, si esprime con la leggerezza calviniana che nulla lascia al caso, ma, dove tutto è frutto di ricerca del testo e delle musiche. Ogni parola ha un significato profondo, più profondo del significato stesso. Questa la bellezza della originalità di Marco Sonaglia, un cantautore che fa primavera, in ogni stagione, facendoci sentire parte della sua onesta sincerità musicale che sboccia ad ogni nota.

Claudio Caldarelli