Surrealismo dantesco
Si possono descrivere le nuvole? No. Mutano di momento in momento. Questo accade, in ogni angolo del teatro Quirino a Roma, nel sottoscala, dietro le quinte, nei camerini, nel bistrot e nei corridoi. Tutto è teatro nel teatro. “Hotel Dante” un format di Roberto D’Alessandro con 40 attrici e attori, oltre 20 autori, per raccontare l’opera letteraria per eccellenza, la Divina Commedia, in modo interattivo e itinerante.
Atmosfera surreale, dantesca, per entrare a sorpresa nella vita di un personaggio, anonimo, della quale si cerca di riconoscere l’identità, con le reminiscenze scolastiche e/o dal contenuto del discorso.
Un format originale, unico nel suo genere, intenso e coinvolgente, in ogni passo o direzione che si prende dentro i luoghi non luoghi del teatro.
La forza dello spettacolo viene espressa dalle attrici e attori, che con grande passione umanizzando i personaggi della Divina Commedia, rendendoli simili a noi, alle nostre contraddizioni ma soprattutto rendendoli innocenti rispetto alle accuse della storia
Il ruolo del pubblico è essenziale per perdonare o procastinare la condanna emessa a suo tempo dalla storia.
Ogni attore è uno spirito che parla e si mostra al pubblico, raccontando se stesso, esprimendo tutta la fragilità o forza, senza nulla tralasciare delle passioni che lo hanno attraversato. Anime in cerca di redenzione, umanizzate, dove prevale la pietas, la comprensione e soprattutto il perdono.
Tutto è in dissolvenza, tutto è mutevole, tutto è cagionevole. Ogni spettatore è un potenziale santo del perdono o, carnefice, secondo le proprie convinzioni e sensazioni. Il Quirino di Roma si divide in 40 gironi, ognuno con la sua storia, ognuno con le sue lacrime o gioie. Decine di luoghi non luoghi di recitazione per attrarre il pubblico dentro una ragnatela invisibile difficile da dipanare che più ci si muove dentro più ci si resta impigliati.
Il caso ti sceglie e sceglie per te l’anima da incontrare. Ma il caso non esiste e, l’anima che incontri e l’anima che cercavi e ti cercava. Così con la mia amica Cristiana, aspettavamo da tempo di rincontrare lo spirito di una persona amata. Il caso non esiste, ma il caso ha voluto farci incontrare la nostra anima con le parole che solo lui poteva pronunciare: un monologo senza tempo, attuale. Parole che ci entrano dentro, risuonano in noi con tutta la loro forza morale e etica. Il brivido che ci attraversa è l’anima che entra in noi, aprendo contraddizioni ma anche chiudendo ferite. Il respiro dello spirito è il nostro respiro, è un sentire le vibrazioni del corpo dentro un altro corpo. La forza espressiva delle attrici/attori riempie ogni angolo del Quirino fino al soffitto, fino nei sottoscala, dove il surrealismo dantesco si nutre del patema d’animo del pubblico che applaude e applaude, consapevole di aver assistito ad uno spettacolo inusuale, meravigliosamente fantastico, ma per vederlo in tutta la sua complessità ci vogliono almeno cinque serate, oppure accontentarsi ed essere felici di aver incontrato l’anima giusta che ci aspettava. In caso non esiste. Tutto accade perché deve accadere. Grazie a tutta la compagnia per questo esempio di teatro itinerante tutto da scoprire.
Claudio Caldarelli