“La salvaguardia del clima è un diritto umano”: sentenza storica a Strasburgo, vincono le “signore dell’ambiente”

Ebbene si, le anziane signore del clima hanno fatto la storia. Così a Strasburgo, mentre fuori centinaia di attivisti tra cui Greta Thunberg manifestavano in segno di solidarietà alle “Klima Seniorinnen” e altri ricorrenti per cause climatiche, la Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU), si è pronunciata con una sentenza a favore del gruppo svizzero di circa duemila donne dall’età media di 75 anni che avevano denunciato gli sforzi inadeguati del governo elvetico nel combattere la crisi del clima, una crisi che con ondate di calore ed eventi mette a rischio la vita e i diritti delle persone.

Secondo la Corte c’è stato il mancato rispetto degli obiettivi di riduzione dei gas serra da parte di Berna che ha dunque violato alcuni dei loro diritti umani.

Una sentenza che potrebbe avere un effetto a cascata per tutti i 46 stati del Consiglio d’Europa, dato che apre a uno storico precedente.

La presidente della Corte Siofra O’Leary ha affermato che il governo svizzero ha violato il diritto umano “alla vita privata e familiare”, non riuscendo a mettere in atto politiche nazionali sufficienti per affrontare il cambiamento climatico. “Ciò include l’incapacità di quantificare, attraverso un bilancio del carbonio o in altro modo, i limiti nazionali alle emissioni di gas serra” ha detto O’Leary, sottolineando come il governo svizzero non sia riuscito a raggiungere i suoi precedenti obiettivi di riduzione delle emissioni.

La sentenza non è impugnabile. 

Se la Svizzera dovrà ora impegnarsi per rivedere i suoi piani e sforzi climatici, i giudizi della Corte europea dei diritti dell’uomo non sono giuridicamente vincolanti per gli altri stati membri del Consiglio Europeo, di fatto però costituiscono un precedente legale rispetto al quale verranno giudicate le future cause legali, infatti è questa la prima volta che un tribunale internazionale si è pronunciato in tali termini sul cambiamento climatico.

Quella delle Klima Seniorinnen è l’unica causa – su tre di cui era attesa la sentenza – per cui la Corte si è pronunciata a favore. 

Per le donne del clima, che fanno parte del Senior Woman for Climate Protection, si tratta indubbiamente di una “vittoria storica” come ha commentato anche Greenpeace, associazione schierata al fianco delle signore svizzere.

“Questa sentenza non è solo una vittoria per la nostra associazione. È una vittoria per tutte le generazioni”, commenta Rosmarie Wydler-Wälti, co-presidente dell’associazione Anziane per il clima Svizzera attraverso Greenpeace. 

“È un momento indescrivibile. Questa decisione sarà di grande importanza per ulteriori cause sul clima contro Stati e aziende in tutto il mondo e aumenterà le loro possibilità di successo”, spiega Cordelia Bähr, a capo del team legale delle “signore per il clima”. “Questa sentenza mostra ai cittadini, ai giudici e ai governi di tutta Europa cosa è necessario fare in termini di protezione del clima per rispettare i diritti umani”.

Di fatto le Klima Seniorinnen, gruppo di donne la cui partecipante più giovane ha 64 anni, dopo otto anni di denunce nel marzo 2023 avevano presentato un ricorso al CEDU proprio per obbligare la Svizzera ad agire in termini di azione per il clima e intervenire a tutela dei diritti umani, adottando provvedimenti legislativi e amministrativi necessari per contribuire a scongiurare un aumento della temperatura media globale di oltre 1,5°C con obiettivi concreti di riduzione delle emissioni di gas serra. 

Più in generale le signore del clima hanno ricordato come i diritti delle donne anziane vengano costantemente violati perché sono proprio loro le più colpite dal caldo estremo che diventerà più frequente a causa del riscaldamento globale. Un messaggio riguardo il quale Copernicus ha confermato come il mese di marzo 2024 sia ormai il decimo mese di fila ad essere il più caldo mai registrato nella storia.

E pensare che queste “anziane battagliere” non vedranno mai gli effetti delle decisioni prese con questa sentenza ma si tratta di un primo, fondamentale passo in avanti, che porterà le politiche a cambiare, anche se ci vorrà del tempo, anche se ci vorrà molto tempo. Sperano che a beneficiarne siano i loro figli e le generazioni successive che non solo dovrebbero dire “grazie” ma anche prendere esempio da questo spirito combattivo senza mai perdere la speranza. 

Perché è proprio il caso di dire che non è mai troppo tardi.

Stefania Lastoria

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