Il peccato della gola uccide il mondo

La voracità senza fine del capitalismo sta uccidendo il pianeta. Il peccato della gola, come lo chiama Papa Francesco, sta uccidendo il mondo. Francesco denuncia la bulimia sociale nei confronti delle risorse naturali del pianeta, che da uomini, dice il Papa, ci trasforma in consumatori rapaci. Spreco e consumo. Consumo e spreco. Tutta una frenesia compulsiva inarrestabile, coinvolge miliardi di persone, lasciando ai margini miliardi di poveri, di persone che non hanno di che mangiare.

Da un lato onnivoro grandi mangiatori di risorse e ricchezze, dall’altra povera gente lasciata senza acqua, senza pane, senza sanità, senza scuole.

Papa Francesco pensa alla pace, dice che il Signore la semini nei cuori delle autorità, ma già sa la risposta, cioè che le autorità sono sorde e indifferenti ai richiami morali che cozzano contro la loro avidità di ricchezza.

Dal punto di vista sociale la gola “è il vizio più pericoloso, che sta uccidendo il pianeta” perché se il peccato di chi cede davanti ad una fetta di torta, tutto sommato, dice Francesco, non provoca grandi mali, invece la voracità con cui ci siamo scatenati, da qualche secolo a questa parte, verso i beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti”.

Il Papa è un fiume in piena, contro il profitto, l’avidità, l’egoismo “ci siamo avventati su tutto, per diventare padroni di ogni cosa, mente ogni cosa era stata consegnata alla nostra custodia”.

Bergoglio, nel nuovo ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù” riflette sulla gola. Sulla nostra capacità di avere un rapporto interiore con i beni terreni, con la consapevolezza che tutto ciò che togliamo di più, è un di meno per tutti gli altri. Il bene comune è qualcosa da condividere non da approfittarsene. L’avidità ruba alla umanità, crea povertà, crea violenza, crea fame. Dove ci sono squilibri, dice il Papa, c’è emarginazione, c’è chi mangia troppo e chi non mangia. Un buon cristiano condivide il pane, la sofferenza in fratellanza, non accaparra e accumula togliendo.

Francesco ha ricordato che dobbiamo mangiare per vivere non vivere per mangiare. Ha detto che gli Antichi padri chiamavano il vizio della gola “gastrimargia”, termine che tradotto significa “follia del ventre”. Ecco dunque il grande peccato, la furia del ventre che uccide il pianeta, abbiamo cancellato il termine uomini o donne sostituendolo con consumatori e consumatrici.

“Siamo fatti per essere eucaristici, capaci di ringraziamento, discreti nell’uso della terra, e invece il pericolo è di trasformarsi in predatori, e adesso ci stiamo rendendo conto che questa forma di gola uccide il mondo”.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini

 

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