Alla natura

“E seguo nelle foglie e nei fiori che attorno a me giacciono/ lezioni di amore e onesta pietà .” Un verso della poesia “Alla natura” di Coleridge che celebra le meraviglie dell’ambiente. Un ambiente puro, non contaminato dalla follia dell’uomo che uccide tutti i giorni il pianeta e la natura. Dalla natura riceviamo lezioni di amore, ma l’umanità respinge queste lezioni di amore, ossessionata dalla avidità e dalla cattiveria, dall’odio e dalla rabbia. Una umanità che devasta la natura invece di coglierne l’amore e la solidarietà che esprime.

Samuel Taylor Coleridge ci dona con i suoi versi la bellezza della fantasia di guardare alla natura come guardare al nostro animo. In occasione della sua scomparsa avvenuta il 25 luglio 1834 volgiamo ricordare la sua grandezza e la sua attualità.

“Può essere in effetti fantasia, quando io/ cerco di estrarre da tutte le cose create/ la gioia interiore, profonda, sincera, che aggrappa attentamente;/ e seguo nelle foglie e nei fiori che attorno a me giacciono/ lezioni di amore e onesta pietà./ Allora lascio che sia, e se l’ampio mondo ruota/ nel simulato di questo credo, esso non porta/ né paura, né dolore, né vana perplessità./ Allora costruirò il mio altare nei campi/ ed il cielo blù sarà il mio duomo preoccupato/ e la dolce fragranza che il selvaggio fiore produce/ sarà l’incenso che io produrrò a te/ Te unico Dio! E tu non disprezzerai/ neppure me, il sacerdote di questo povero sacrificio”.

Una preghiera, molto di più di una poesia, che celebra la bellezza naturale del mondo. La natura, ci dice Coleridge, è una benedizione di cui tutti ne abbiamo ricevuto un alito, per stabilire un rapporto profondo con essa. La natura, con tutte le sue meraviglie, influenza le menti, aggiusta le gioie e aiuta a superare i dolori. La natura, per Coleridge, è la divinità, la personificazione di Dio sulla terra. La natura è spirito sovrumano che governa i sentimenti. La natura è lo spirito divino dentro di noi che ci permette di amare e accogliere. La natura è sentimento di fratellanza, carnale e spirituale, fondendo in un unico humus le meraviglie esterne con le emozioni interne. Costruendo così il romanticismo e naturalismo inglese facendo della natura il tema centrale di ogni componimento.

Oggi, tutto ciò che scriveva Coleridge, viene azzerato dal comportamento e dalla sua follia contro ogni naturalità delle cose. Si uccide la bellezza e con esso la natura. Si uccide l’amore e con esso la natura. Si uccide la meraviglia e con esso la natura. Al contrario, Coleridge ci dice di come, proprio osservando la natura, possiamo conoscere l’amore e il senso di meraviglia e di accoglienza. La natura è fratellanza. La natura è bene comune. La natura è la vita che ama la vita.

La natura che ci circonda ci parla di noi e della nostra essenza, dei nostri bisogni e dei nostri sogni come esseri naturali e come esseri spirituali. Stare nella natura ci permette di nutrire e manifestare ciò che siamo e rispettare ciò che siamo ci permette di rispettare anche ciò che ci circonda.

“E seguo nelle foglie e nei fiori che attorno a me giacciono/ lezioni di amore e onesta pietà”.

 

Claudio Caldarelli

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