Pasqua di mattanza

È Pasqua. Santa Pasqua per i credenti. Comunque un giorno importante in cui si festeggia la resurrezione del Cristo o dell’uomo, ma anche del Cristo fattosi uomo. Un giorno particolare, un giorno di Pace, ma così non è. Nel mondo non c’è Pace. Nel mondo c’è guerra. Una guerra mondiale a scacchiera. 

Ma una guerra mondiale. Una guerra fatta di mattanza, di genocidio, di sopruso e violenza di ogni genere. Gli organismi internazionali non hanno nessun potere per fermare la mattanza e il genocidio. 

Ciò che avviene in Palestina è un qualcosa di mostruoso, che si consuma sotto gli occhi indifferenti del mondo. Più di 30 mila morti sotto le bombe israeliane a Gaza. Migliaia di bambini e donne. Dopo le bombe la fame. Migliaia di camion, con gli aiuti alimentari, sono bloccati alla frontiera dall’esercito israeliano. Una mattanza che si consuma con la fame. La peggiore delle armi mai usate. 

Una Pasqua difficile, vissuta con angoscia e lacrime. Assistiamo alle  mattanze e ad un genocidio che da sempre sono la parte peggiore del comportamento umano. Pensavamo che il sentire collettivo avesse rifiutato questi  orribili comportamenti e li ritenesse inaccettabili. 

Non è più così. C’è una rassegnazione e impotenza che ferma qualsiasi azione di di Pace e di misericordia. Ci si abitua al dolore altrui, e all’ingiustizia da cui nasce. La regola è la guerra. La guerra che è mattanza. La guerra che è genocidio. 

Una guerra tra popoli fratelli. Una guerra di culture, di economie. Una guerra del genere umano contro l’ecosistema e contro il pianeta. Una guerra è una mattanza del genere maschile contro quello femminile.

La buona politica non esiste più. Morta e sepolta da gruppi dirigenti che non hanno ha cuore il bene comune, che pensano ai propri interessi e al proprio profitto. Sono all’opera forze disgregatrici del patto sociale, si smantella la sanità pubblica, il lavoro è sottopagato, lo sfruttamento non ha fine, i morti sul lavoro sono giornalieri. La mattanza delle mattanze. 

La cultura del diritto si è estinta da tempo e la rivendicazione del diritto e della dignità, ormai è solo un miraggio. Lo smantellamento dei diritti dei malati, dei più deboli, di chi deve studiare e crescere, tutto viene raso al suolo. 

La cultura della solidarietà laica o della carità cristiana, non esiste più, fagocitata dalla mattanza quotidiana a cui il sistema ci ha assuefatti. 

Il mercato delle armi, mondiale, è in espansione senza fine. Armi, armi, armi, tutti producono armi e vendono armi. Gli eserciti si muovono in tutto il pianeta. Si evoca l’uso delle testate nucleari con leggerezza, senza pensare ai drammi e alle catastrofi che essa può generare.

Ma, tra qualche giorno è Pasqua e non importa a nessuno. Il genocidio continua. La mattanza continua. Il femminicidio continua. Le morti sul lavoro non si fermano. Tutto è guerra. Tutto è la banalità del male, al quale si assiste seduti sul divano, cambiando canale per non farci disturbare la cena. Rimuoviamo il dramma e il dolore che non ci appartiene, che che abbiamo contribuito a creare con la nostra indifferenza. 

Forse la resurrezione della cultura della solidarietà o della carità possono essere una risposta alle mattanze e ai genocidi. 

Forse riscoprire la “fratellanza” o la “sorellanza” sentirci tutto dentro l’agire collettivo e solidale della buona politica per il bene comune può aiutare a fermare la guerra delle guerre quotidiana.

Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email