“Il Medioevo si è fermato a San Gregorio da Sassola”
Che le periodizzazioni storiche siano solo una convenzione è confermato in un piccolo borgo nascosto tra i monti Prenestini, San Gregorio da Sassola, dietro Tivoli. Qui infatti il Medioevo, la cui fine è fissata da alcuni storici nel 1492 (scoperta dell’America), da altri nel 1453 (fine impero romano d’oriente), è finito solo nel 1757, quando in Italia e in Europa l’Illuminismo e la Rivoluzione francese avevano già iniziato a mettere a soqquadro il sistema economico feudale con la sua oppressione delle plebi e la sua arretratezza culturale. In questo antico paesino, che il Medioevo sia finito più di due secoli dopo rispetto al resto dell’Europa, lo racconta una epigrafe, oggi affissa all’entrata nel borgo dopo essere stata accidentalmente ritrovata tra un cumulo di detriti, e la storia che vi si legge è anticaanche se non è mai stata scritta sui libri. Che poi, a guardare bene, quella di San Gregorio è la storia di sempre: c’era un signorotto e anche un diritto feudale, in particolare quello detto “delle ricadenze”, che finalmente in quella data veniva cancellato restituendo alla collettività i beni che il principe Francesco Pio di Savoia aveva preteso di acquisire ogni volta che moriva un cittadino privo di eredi e di conviventi. Dopo numerose battaglie il Consiglio comunale ottenne la cancellazione di questa legge vessatoria, mentre il paesino si riscattava da anni di sfruttamentoavviando il territorio al suo privato rinascimento il quale, quindi, qui ebbe tempi tutti suoi. Tra le altre cose, questo evento liberatorio per la comunità sangregoriana, dimostra che la storia ha percorsi diversi a seconda dell’ambiente e del caso e, in particolare, quella di San Gregorio, sconosciuta ai più, si inserisce negli annali con un percorso molto interessante e originale, anche se più lento.
Niente che non fosse già noto ma prima del 2022 i fatti non erano così precisi. Il 26 marzo il cittadino Ugo Petrucci contattò Paolo Proietti, Presidente dell’Associazione “Aefula”, per segnalare il rinvenimento di una lapide con una scritta latina in una buca scavata dai cani nel suo terreno, proprio nei pressi del Castello Brancaccio, sede e simbolo del potere nel Medioevo con tutto il suo strascico in età moderna. Il reperto poteva essere quello di cui gli aveva parlato già tanti anni prima l’amico Franco Iannilli, quasi una leggenda visto che però non se ne era mai trovata traccia. Ma le ricerche hanno dimostrato poi che l’epigrafe raccontava con quella scritta latina ancora usata nei documenti ufficiali il fatto che aveva rivoluzionato il piccolo borgo.
“Si trattava – racconta il Presidente di Aefula Paolo Proietti – proprio di quella che, dopo un lungo contenzioso, ricordava l’abolizione, il 31 dicembre 1757, della consuetudine medioevale del tanto contestato diritto delle ricadenze, ripristinato a metà del 1500 prorogando il sistema feudale di due secoli”. Un ritorno al passato, per tutta la comunità sangregoriana, che a questa prepotenza non si era data per vinta. Come è risultato poi dalla ricostruzione della vicenda negli archivi, i cittadini si opposero aquesto balzello ai loro danni e la questione vide il Consiglio comunale dei Quaranta contro il principe Gisberto Pio di Savoia (successore di Francesco Pio), finchè, con un accordo, quest’ultimo rinunciò al suo privilegio ottenendo in cambio una indennità di 8 scudi l’anno. La lapide, che fu murata sopra la Porta maggiore del borgo, fu apposta per ricordare questo storico accordo. Di essa si persero le tracce quando, nel 1892, fu tolta dai Brancaccio che demolirono la Porta per far spazio al nuovo ampliamento del castello. Se oggi è tornata al suo posto, dove può essere vista dai turisti che si avvicinano con curiosità a questo affascinante borgo, è grazie all’attività dell’associazione Aefulache si impegna per riportare in auge la storia di questi luoghi e valorizzare il territorio. San Gregorio nasconde tantissimi segreti legati alla storia e alla sua conformazione geologica. E’ ricco di forre, grotte e cascate naturali, di affreschi e sculture che sono stati testimoni della storia, dei suoi protagonisti e sono pronti a raccontarli a chi si avvicina con gentilezza e desiderio di conoscenza.