Il boomerang dell’Occidente

Il boomerang dell’Occidente è l’embargo a gas e petrolio russi, voluto dagli USA. Un clamoroso fallimento politico il suggerimento della Casa Bianca. L’India acquista il petrolio russo a prezzi stracciati, e l’Europa dell’embargo a peso d’oro. Dopo l’ennesimo boicottaggio Occidentale il mercato internazionale dell’oro nero si affolla di nuovi acquirenti, in particolare asiatici. L’India è in prima fila, seguita dalla Cina. Il Wall Street Jurnal esprime forti critiche alla politica di Biden.

La riunione Nato dovrà tenere conto delle conclusioni del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) cioè i paesi più grossi e importanti tra quelli che si stanno sviluppando. Sono l’altro mondo per dirla con il leader cinese XI Jimping. Loro hanno fatto capire che anche non essendo amici di Putin possono pensarla, e agire, diversamente dall’Occidente. Specie quando si tratta di sviluppo economico, indispensabile per dare risposte immediate ai bisogni di popolazioni in crescita esponenziale. Così gli indiani, anche se cercano di tenersi buoni gli americani, devono prima pensare al pane e companatico per un miliardo e 400 milioni di persone. Una priorità imprescindibile da qualsiasi trattato di amicizia con l’America e l’Occidente. Il premier indiano ha detto che continuerà a comprare il petrolio russo a milioni di barili e non teme le rappresaglie americane, che il Dipartimento di Stato aveva lanciato in modo trasversale. Ma Narendra Modi, il leader indiano, è un osso duro, non si lascia intimorire. Tanto che il Wall Street Journal spara la notizia in prima pagina, quasi a sottolineare l’impotenza di Washington nel non riuscire a convincere gli indiani. La verità è che Putin, il petrolio che non vende in Europa, lo vende con lo sconto ai paesi asiatici. Così che la ministra delle Finanze Indiana dice: noi compriamo il petrolio dove è più economico per il Paese, d’altronde gli europei ancora acquistano gas e petrolio russo, nonché i fertilizzanti. L’India che a marzo acquistava circa 30mila barili al giorno, nel mese di maggio è passata a un milione di barili, a prezzo contenuto. Mentre in Europa il prezzo del greggio è aumentato a dismisura, mettendo in ginocchio la nostra già fragile economia.

Il ministro indiano della energia Puri con una dichiarazione di realpolitik dice: circa 60 milioni di indiani, ogni giorno vanno alle stazioni di servizio a fare rifornimento. L’obiettivo principale del governo è garantire che ci sia abbastanza carburante, a prezzi accessibili per mantenere il Paese e la sua economia in funzione. Non vogliamo assolutamente incoraggiare la guerra. Stiamo solo mettendo gli interessi dell’India al primo posto.

Indubbiamente “l’altro mondo” cioè il Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) hanno iniziato a gettare le basi per un nuovo modello di sviluppo, che vede riuniti i paesi cosiddetti “non allineati” alle politiche economiche degli USA e dell’Occidente. Anche l’Argentina entrerà nel Brics, così molti altri Stati, che iniziano a fare riferimento alla “Nuova Banca di Sviluppo” che ha sede a Shanghai, concepita come possibile alternativa al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale.

di Claudio Caldarelli