Sabbie dell’Etna
Un tramonto che si posa dentro un calice assume i colori più intensi di una sera mediterranea.
Rosso, viola, rubino, violaceo, papavero, porpora e odore di zagara, gelsomino, rosmarino, capperi. Prende forma un vino che sa di vulcano, cresce ad alberello sul suo terreno lavico. Assume l’aspetto di una zingara dalla larga veste, dall’ombelico scoperto e il seno grande, materno.
Le Sabbie dell’Etna è un vino che ti appaga il cuore e l’anima, così ce lo racconta Roberto Addivinola, il sommelier dai gesti poetici e dalle movenze armoniose al Vinòforum di questo 2016.
Sabbia che non sa di sabbia, Etna che non erutta ma guarda il mare. Il mare che porta profumi e dolori, sofferenza e amore. Non è un vino qualunque, Roberto non è un sommelier qualunque e quest’anno il Vinòforum riesce ad abbinare vini particolari a sommelier speciali. Un accostamento che coniuga al massimo livello l’arte della parola con quella del bere e dell’alta cucina.
Noi, cultori della bellezza, ci sentiamo a nostro agio, passeggiando tra le osterie con la luna quasi piena, che ci guarda e quasi ci invidia.
Se potesse anche lei, la luna, scenderebbe giù a farsi versare il vino da Roberto, che riempendoci il bicchiere ci guarda negli occhi, ci sorride, quasi sfidandoci a trovare un solo granellino di sabbia in questo vino che è un vulcano di piacere.
di Claudio Caldarelli