Fai bei sogni di Marco Bellocchio

Com’e’ che scriveva Salinger?
“Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”
Ecco..per me “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini e’ stato esattamente questo.
Uno di quei libri che hai letto d’un fiato e di cui hai temuto le ultime pagine,perche’ ti portavano alla parola “fine” ….mentre tu non avresti mai voluto..
Non l’avresti voluto per stare ancora li’,.
Li’ con le emozioni che ti ha lasciato,con quella storia che e’ diventata anche tua,con quello che di te ha tirato fuori .
Con questo spirito,quindi,e con questo amore sono andata a vedere il film che Marco Bellocchio ne ha tratto.
Che dire allora?Il film ha un cast straordinario,una fotografia morbida ,fatta di luci e mezzi toni,un po’ come le emozioni varie ,indefinite finche’ non arrivano potenti allo scoperto , che si susseguono .
Le musiche con cui siamo cresciuti,gli spezzoni di telegiornali e programmi tv che hanno segnato la nostra vita,i riti familiari ,l’ipocrita ma anche tenera e non incrinabile solidita’ ’ familiare anni ’60 e ,presente e realissimo , Belfagor, l’inquietante immaginifico protettore e interlocutore del protagonista che ha terrorizzato ed affascinato almeno un paio di generazioni, la mia compresa.
Tutti bravissimi ,quindi,direi ineccepibile il film come realizzazione..ma..non so..esci dal cinema con una sensazione di cupezza e pesantezza che,secondo me,poco ha a che fare con il desiderio di narrazione e chiusura gestaltica della storia,come si direbbe in psicoanalisi,raccontata dal libro.
Il dolore,quello provato in una intera esistenza,quello dell’assenza della figura amata, come motore per cercare modi in cui realizzarsi,vivere e sentire la Vita sempre piu’ intensamente.
La crescita personale fatta per non sentire,per provare “ altro”,fino ad accorgersi che solo toccando il fondo di quello che siamo,sentiamo e non vogliamo neanche credere di essere o provare, si puo’ risalire.
“Non si cresce con i se. Si cresce con i nonostante”.
Questo nel libro avevo segnato,sottolineato con una penna rossa perché’ i miei figli o chiunque amassi e lo avesse letto dopo di me, si incidesse nel cuore come frase salvifica.
Si cresce “nonostante”.
Quel “nonostante” ho ritrovato negli occhi di Nicolo’ Cabras,lo straordinario interprete di Massimo bambino,occhi sgranati su un mondo che ha amato e poi non vuole vedere
Ma quel “nonostante “ anche in un grande Valerio Mastandrea,che rende la presenza del protagonista in un mondo vissuto intensamente e calato in quello che di piu’ duro accade ,ma sempre con la delicata vaghezza dell’esserci si’,ma impegnato anche in “altro”.
In qualcosa di indefinito dentro di se’ ,in una ricerca che per lungo tempo esiste come inquietudine senza che neanche lui sappia, concretamente, dove e come si possa dirigere per poterla chiudere serenamente.
Come capita,spesso,anche a noi.
“Fai bei sogni” la storia,alla fine, della gioia di una vittoria su se’ stessi ,nonostante tutto,appunto.
Da andare a vedere per poi leggere assolutamente il libro nel caso foste uno di quei cinque o sei manzoniani lettori che non l’avessero ancora fatto.
Leggere il libro per scrollarsi di dosso l’atmosfera cupa e un po’ senza via d’uscita che a mio parere lascia,invece, la pellicola.
Leggere il libro per capire che,forse, il vero finale sarebbe stata la scena di Massimo che balla,finalmente balla ,alla festa di famiglia.
Balla,ritrovando il bambino dentro di se’ che aveva dimenticato,anzi,che non aveva mai vissuto fino in fondo.
Balla ,come facciamo noi insieme a lui, ,finalmente liberi come quando anche il nostro personale Belfagor si allontana ,e ne diventiamo follemente , gioiosamente , consapevoli.
Allora,mentre il film sta finendo, ti esplode dentro proprio questa gioia liberatoria .
Massimo balla quel rock & roll scatenato e, noi con lui ,nella nostra solo apparente immobilità ,seduti nelle poltrone di un cinema ,sorridiamo al buio con il cuore si muove autonomamente battendo sempre più forte .
Convincendo le nostre paure che si puo’ e si deve tornare anche a sognare e a fare
“bei sogni”.
Che “nonostante tutto “ e’ possibile.
Assolutamente.
di Milene Mucci

Print Friendly, PDF & Email