Jeanne Barret, la prima donna che circumnavigò il mondo

L’affermazione dei diritti delle donne è ancora oggi un processo in fieri. Ciò nondimeno, la storia è costellata di esempi di donne coraggiose, che hanno sfidato leggi e costumi della loro epoca per emanciparsi.

Nel 1766 il naturalista francese Philibert Commerson, botanista del re Luigi XVI, decide di unirsi alla spedizione dell’ammiraglio e matematico Louis Antoine de Bougainville. Il naturalista Commerson intrattiene in quegli anni una relazione peccaminosa con la sua governante, Jeanne Baret (da lei avrà anche un figlio illegittimo), orfana nata in un villaggio della Borgogna, che si appassiona precocemente alla botanica.
La relazione tra i due è travolgente, e gli amanti non hanno dubbi: compiranno il giro del mondo insieme.
Tuttavia, le leggi del tempo impediscono alle donne d’imbarcarsi sulle navi della Marina Reale, e così Jeanne escogita un piano: salirà a bordo dell’ Ėtoile travestendosi da uomo e fingendosi valletto del naturalista.
Ma il viaggio è lungo e i sospetti dell’equipaggio non tardano a manifestarsi: a più riprese i compagni tentano di scoprire chi si cela dietro le vesti di “Jean” (questo il suo nuovo nome). Ma lei è determinata, si difende e lascia intendere di essere un eunuco per volere di Dio.

Dopo 14 mesi, nell’aprile del 1768, la spedizione giunge in Polinesia. A Tahiti, Jeanne viene circondata dagli abitanti dell’isola al grido di: “Vahiné, Vahiné”! (“Donna”, in tahitiano). Ai tentativi di spogliare “il compagno” di viaggio, l’equipaggio risponde portandolo in salvo a bordo della nave.
Il viaggio continua, e secondo i racconti dell’epoca, l’ammiraglio Bougainville è ormai al corrente del travestimento, ma concede a Jeanne e Philibert la possibilità di proseguire l’esplorazione.
Questi ultimi decidono, tuttavia, di abbandonare la spedizione nel novembre del 1768. Sbarcano a Mauritius e si dedicano allo studio delle piante delle isole Mascarene.
Nel corso del loro lungo viaggio insieme, che proprio a Mauritius volgerà al termine perché Commerson si spegnerà sull’isola nel febbraio del 1773, Jeanne sarà stata una validissima assistente. Insieme avranno raggiunto l’obiettivo di raccogliere circa 6.000 specie di piante, dallo stretto di Magellano alle profonde foreste delle isole australi.
A lei, Philipert dedicherà una pianta, la “Baretia Bonnafidia” (dal cognome della donna, “Baret”), una pianta “dai caratteri sessuali dubbi”, scoperta in Madagascar.

Dopo la morte di Commerson, Jeanne rientrerà in Francia, completando la circumnavigazione del globo. Re Luigi XVI riconoscerà il suo grande impegno nello studio della botanica e la definirà una “femme extraordinaire”.
Persino Diderot, nella sua opera “Supplemento al viaggio di Bougainville”, descriverà Jeanne Barret:

« né brutta, né bella (…), non era mai uscita dal suo borgo: il suo primo pensiero di viaggio fu di fare il giro del mondo: dimostrò sempre saggezza e coraggio ».

di Vittoria Failla

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