Ci vuole molto coraggio per un mondo etico

Ci vuole molto coraggio, dice l’eretico, a credere che per l’Italia il passaggio da gialloverdi a giallorossi possa significare qualcosa di risolutivo. La stessa nomenclatura da stadio è l’indice di una conduzione della macchina statale fatta di proclami, di tifoserie alleate o rivali, di future acquisizioni fatte con le disponibilità di presidenti Usa, o arabi, o cinesi, o russi, di retribuzioni dei giocatori 500, 1000 volte superiori a quelle del mercato del lavoro comune (sempre che uno riesca a trovarlo).

Niente di reale, di possibile, nota l’eretico, per una nazione di 60 milioni di abitanti. Con un debito pubblico per ognuno di essi di 35 mila euro, un debito che cresce ogni anno, che si scarica sempre di più sulle future generazioni, sui giovani senza lavoro di oggi, che sono costretti ad emigrare come i disperati che arrivano in Europa dall’Africa.

E questo perché, sottolinea l’eretico, siamo ormai, come ha detto papa Francesco: “Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati». «Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede», in gran parte dell’Occidente «non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune» e anzi viene persino negata e derisa.
Perché, aggiunge l’eretico, siamo un paese con 2,3 milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza di cui 800 mila tenuti al patto di lavoro. E di questi ultimi (e con l’apporto di 36 mila “Navigator”) hanno trovato lavoro in meno di 30 mila (20 mila con contratti a tempo determinato)
Perché siamo in un paese, osserva ancora l’eretico, in cui un ex ministro dell’Interno ha voluto i contestatissimi decreti sicurezza, e chi gli è succeduto ha chiesto scelte politiche precise per le modifiche ed ha espresso le sue intenzioni di cambiarli per tenere conto dei rilievi presentati dal presidente della Repubblica.
Ci vuole coraggio, dice ancora l’eretico. Bisogna dire basta ad un modello di società fondato sull’egoismo, sul profitto, senza un minimo di attenzione al futuro dell’ambiente, ai giovani, alle donne, ai diritti di dignità e di uguaglianza per tutte le donne e gli uomini della terra.
Ecco, ne è convinto l’eretico, c’è un primo momento in cui si potrebbe esprimere la volontà di un vero cambiamento. Ci sarà in questi giorni un vertice di maggioranza nel governo per stabilire un cronoprogramma.
In esso si dovrebbe avere il coraggio di pensare non più alla attuazione di cose dette nei programmi elettorali, ma di cose necessarie ad un modello di società diverso, più umano.
Siamo ad un momento di crisi. L’eretico pensa alle “Quindici proposte per la giustizia sociale” che Fabrizio Barca pone come riferimento nel Forum “Disuguaglianze e Diversità” di cui si è parlato nelle scorse settimane. Forse non si hanno più ideologie alla base dei progetti politici, ma certamente sono necessari punti di riferimento validi per tutti.
In qualche modo, dice l’eretico, si deve tornare ai principi della Rivoluzione Francese del 1789, di Libertà, Fraternità, Uguaglianza. Ci sono fermenti tra la gente comune che è stanca di una politica urlata come tifo da stadio; ci sono “le sardine” che fanno pensare ad altro; ci sono realizzazioni di autogestione (si è parlato in questi giorni di una azienda di rilegazione libraria, conosce l’eretico donne ed uomini che di fronte al fallimento della birreria in cui lavoravano ne hanno rilevato la gestione sacrificando i propri T.F.R. con brillanti risultati). Sono aspetti, indicano una prospettiva “una, due, mille autogestioni” si sarebbe detto nello scorso millennio, che mostrano l’incisività del lavorare insieme.
Ecco, vuole ricordare l’eretico in questi riferimenti di cambiamento per l’anno che verrà due riflessioni. Sono della professoressa Marta Cartabia, prima donna chiamata da poco tempo a presiedere la Corte Costituzionale.
La prima riguarda il suo più grande insegnamento per i giovani, può valere sicuramente per le “Sardine”: Vivere sempre intensamente la realtà così come ci si presenta davanti, custodendo nel cuore gli ideali che ci fanno ardere.
E la seconda quando, parlando della società in cui viviamo, si è espressa con: “L’impoverimento della maggioranza della popolazione mondiale e la distruzione della casa comune affonda le sue radici in un’economia sfrenata e priva di umanità”.
Ci vuole molto coraggio, davvero, per guardare a un futuro più giusto. Ma si deve tentare:
Fatti non fosti a viver come bruti
Ma per seguire virtute e conoscenza.

di l’eretico

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