CINETECA DELLA RESISTENZA dal 23 al 27 aprile rassegna on line per la “festa della liberazione 2020”

silviaL’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza ci ha regalato una serie di proiezioni gratuite con l’occasione della festa della liberazione del 25 aprile, una iniziativa gradita per poter godere della visione di film e documentari quali “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo (1976), “Libere” di Rossella Schillaci (2017),  “ Cime e Valli della 17ª” di Alberto Signetto (2012) ed infine  “ I nostri anni” di Daniele Gaglianone (2000), direttamente online dal sito My Movie la quale conferma la sua vocazione “dalla parte del pubblico” e sostiene con determinazione la campagna #iorestoacasa offrendo gratis ai propri lettori una risposta concreta alla voglia di cinema e di socialità attraverso la propria Sala Web.

Questo l’obiettivo dichiarato dagli organizzatori “Non vogliamo che questa del 2020 sia una celebrazione della Resistenza in tono minore, schiacciata dal Covid – 19 e dalla sua penalizzante gestione. Nuove riflessioni sulla Resistenza possono proprio in questi giorni fornirci strumenti per valutare quel che ci accade (e ci accadrà) e definire impegni e posizioni nelle scelte da fare”.

CIME E VALLI DELLA 17ª Brigata Garibaldi “Felice Riva”

Di ALBERTO SIGNETTO

CIME E VALLI DELLA 17ª, del regista Alberto Signetto, è un bel documentario basato sui ricordi degli ormai anziani partigiani Augusto Carbone, Guido Carbi, Mario Castagno ed Enrico Fogliazza e di tanti altri che intervistati, ci raccontano le vicende della loro esperienza nella resistenza ed il motivo che li ha spinti a fuggire in montagna per unirsi alle brigate combattenti della zona.

“La strada dei ricordi”, sarebbe bello chiamare così la strada della Val di Susa, come quella zona che  da Cremona va fino al Col del Lys passando per Torino, questo il desiderio del partigiano Piero, che ci racconta con la voce tremolante ma suggestiva, le sue vicende di quando era un giovane combattente impegnato nella resistenza piemontese nella 17ªBrigata Garibaldi “Felice Riva”.

 Nel film ci viene raccontato attraverso le varie interviste ai protagonisti ormai ottantenni, come un folto gruppo di giovani, appena diciottenni, di Cremona e di Torino, scegliendo di combattere contro la dittatura fascista, scappano dalla città per unirsi ai gruppi combattenti antifascisti e si trovano catapultati in un contesto di montagna, senza aver minimamente l’attrezzatura e l’abbigliamento adatto per affrontare il freddo, la neve e la dura vita di quelle zone impervie. Il ricordo delle difficoltà, delle lacrime, delle privazioni, della fame, ma anche del coraggio, della resistenza e della voglia di imparare a combattere, ci lasciano una forte sensazione di riconoscenza nei loro confronti. Molto struggente il racconto di quei ragazzi massacrati dai fascisti durante i rastrellamenti, a causa della mancanza di scarponi adatti per poter fuggire tra i sassi dei monti. Morire massacrato a diciotto anni per colpa delle scarpe di città rotte dalle pietre, essere catturati, torturati e uccisi dai fascisti, perché impossibilitati a scappare per via dei piedi sanguinanti, ci fa capire quanto dura possa essere stata la resistenza dei partigiani tra le montagne.  Dice Piero, nella sua saggezza di anziano combattente “  è importante non far morire mai Il ricordo dell’antifascismo, tenere sempre viva questa memoria fondamentale per capire l’importanza della libertà, conoscerne le motivazioni, sapere come i gruppi antifascisti hanno operato e come hanno agito per costruire la resistenza, perché la resistenza non è nata così dal nulla, ma è nata dall’idea di dover reagire alle ingiustizie, dalla capacità di saper cogliere i momenti più opportuni, per creare  per costruire e mettere in moto energie di rivolta.” Ѐ quindi anche grazie al sacrificio di quei ragazzi i “fiori della libertà”, protagonisti della nota canzone, seppelliti lassù in montagna e morti per la libertà, che gli italiani hanno potuto vincere la dittatura.

 Questo quindi l’intento del film di Signetto, che affianca ai ricordi dei vecchi partigiani anche il contributo di storici specializzati nella Resistenza come Corrado Borsa, che ci spiegano la storia, ci raccontano come sono andate le cose, il susseguirsi degli eventi e le azioni intraprese dai combattenti, cosa che ci permette di avere ben chiaro il quadro di quella che genericamente viene chiamata “resistenza”. Ci ricorda il partigiano Guido, quanto sia importante permettere ai ragazzi di ogni epoca di essere istruiti sui valori fondamentali che sono alla base della società umana: la libertà, la democrazia e la giustizia sociale. Sono questi valori importanti, che i ragazzi danno per scontati, ma che invece vanno conquistati e mantenuti ben sapendo quanto è facile perderli. “Durante la resistenza eravamo ragazzi diciottenni, non sentivamo la paura forse per incoscienza, ma lottavamo per un diritto che ci era stato negato, il diritto forse più importante di tutti, dopo il diritto alla vita, e cioè quello alla libertà”.

di Silvia Amadio

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