Rosarno: La difficoltà della vita quotidiana

Altina

Ennesima storia di violenza nei confronti dei migranti nella Tendopoli a Rosarno, questa volta si tratta di una giovane vittima, Sekine Traore di ventisette anno, proveniente dal Mali. Sekine Traore è morto dopo uno scontro con un militare intervenuto per sedare una rissa, probabilmente scoppiata per futili motivi. Secondo la Procura, il militare ha ucciso la vittima per legittima difesa, poiché il cittadino malese l’aveva colpito con una coltellata sul volto.

Sistemazioni provvisorie divengono permanenti, le strutture sovraffollate collassano e a farne le spese è sempre la popolazione che vive con disagio e paura. Intanto, nel disperato tentativo di sistemare al più presto, il sindaco di Rosarno Giuseppe Idà ha dichiarato all’ AdnKronos: “Chiederò di smantellare questa tendopoli che aveva una funzione temporanea e che oggi è diventata un ghetto e qualcosa di stabile. Non è possibile che queste persone vivano in quelle condizioni”. Chiaramente le sue parole sono indirizzate al Ministro dell’Interno Alfano.

La situazione d’emergenza ha creato malessere, rabbia e ha perfino peggiorato le cose. Oggi, in nome della crisi, si attuano misure rapide ma allo stesso tempo inefficienti. Così succede a Lampedusa (nei C.I.E. bunker), nelle isole greche e in tutti quei territori di confine dove sono state allestite tendopoli simili a quella di Rosarno. Non è soltanto un problema italiano, siamo di fronte ad una situazione d’emergenza europea, che sta diventando mondiale. Da Rosarno invocano l’aiuto del governo, ma questo tarda ad arrivare, perché si deve capire cosa vuole fare l’Unione Europea. C’è una forte lentezza nella comunicazione da far rabbrividire, a tutto ciò si aggiunge (onestamente)una difficoltà del nostro governo, che impegnato nella campagna referendaria di ottobre, non studia altre soluzioni alla risoluzione di un grande problema.

Si assiste a una dialettica contorta tra le parti in cui tutti procedono per contrari, cioè in Italia si urla contro la mala gestione europea, poi durante le sedute del parlamento europeo o sono assenti (vedi Salvini) oppure si accomodano su posizioni di turno, ritrattando quanto detto prima. Il fatto di cronaca menzionato offre lo spunto per notevoli discussioni, ci fa capire la difficoltà del problema e l’assenza di strategie in Italia e Europa. Regna un clima di confusione generale, le risposte sono spesso dettate dall’emergenza del momento e si esauriscono in poche settimane. Tutto questo è vergognoso, le soluzioni provvisorie sono dettate dall’assenza di fondi, che partono dall’Europa e quando giungono nelle nostre regioni, sono dimezzati. Si tratta di un mistero che non capiremo mai, nel frattempo continuano ad arrivare barconi, morire innocenti e non cessano gli scontri tra poliziotti e migranti nelle tendopoli. I comuni ricevono fondi per i migranti che intascano i proprietari delle strutture alberghiere, nelle quali spesso non ci sono le condizioni igienico-sanitarie adeguate. Crediamo in un miglioramento, anche se la strada è molto lunga e le soluzioni che si profilano sono inadeguate. Siamo pieni di paura e ci sono molti motivi per averne, però non dobbiamo perdere la fiducia (anche se impossibile), dobbiamo essere semplicemente più combattivi e soprattutto non accontentarci delle promesse fasulle.

di Daniele Altina

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