Maxi processo alla ‘ndrangheta

Mentre tutta Italia parla da giorni di Conte e Renzi, in Calabria, tra misure di sicurezza eccezionali e giornalisti da ogni parte del globo, è in corso il processo più imponente degli ultimi 30 anni.

Quattrocento capi d’imputazione 
più di 300 imputati 
un esercito di avvocati 
 un plotone di giornalisti sbarcati a Lamezia da mezzo mondo

Il maxi processo con numeri da capogiro, che vedrà alternarsi davanti alla Corte una sessantina tra pentiti e testimoni di giustizia, oltre a centinaia di testimoni tra accusa e difese in una corsa sfrenata che dovrebbe andare
avanti ad un ritmo di cinque udienze settimanali.
«Quest’aula – ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro e coordinatore della maxi inchiesta che ha portato alla sbarra le più influenti cosche di ndrangheta del vibonese – è un simbolo di tecnologia e legalità: rispettosa delle norme anticovid con mille persone sedute a distanza di sicurezza ed ha la possibilità di fare 150 collegamenti video in diretta».
A dimostrare che in Calabria, se si vuole, tutto si può fare.
La cosa sconcertante che nessun Telegiornale, nessun giornale, nessun politico di ogni colore, abbia speso una sola parola di sostegno su questo straordinario uomo che da solo sta sfidando la ndrangheta.

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